Facebook, dati rubati nel 2019: perché se ne parla e cosa fare
Torna a preoccupare il furto di dati di Facebook avvenuto nel 2019: ecco perché se ne parla oggi e a cosa stare attenti
Torna a preoccupare il furto di dati di 533 milioni di account Facebook in 106 Paesi, avvenuto nel 2019, dopo l’allarme lanciato da alcuni esperti sui media americani. Secondo un report di Business Insider, i dati rubati in Italia apparterrebbero a circa 37 milioni di persone.
Sebbene siano dati vecchi di due anni, segnalano gli esperti, “potrebbero essere utilizzati per rubare identità e commettere frodi online più credibili”. Anche Alon Gal, uno dei responsabili dell’azienda di cyber intelligence Hudson Rock, ha spiegato alla Cnn che i dati “possono essere ancora sfruttati dai criminali”.
Dal canto suo Facebook, attraverso i propri responsabili, ha fatto sapere che la falla di sicurezza era stata risolta già nell’agosto del 2019, ma non vi è alcuna garanzia che il pacchetto di dati rubati due anni fa non possa essere tutt’ora in circolazione, passato di mano in mano sui forum o le chat degli hacker.
L’esperto di cybersicurezza Riccardo Meggiato, raggiunto dal Corriere della Sera, consiglia di non utilizzare il numero di telefono registrato su Facebook per le verifiche a due fattori, cioè quando utilizziamo un codice che arriva tramite sms per eseguire l’accesso su determinate piattaforme o consentire determinate operazioni. Sul sito haveibeenpwned.com, inoltre, si può verificare se la propria mail si trova in qualche database rubato e reso pubblico.
Il rischio, per gli utenti a cui sono stati rubati i dati e le informazioni personali, è che i malintenzionati possano mettere in atto delle truffe più credibili, magari citando episodi, luoghi o persone realmente esistenti e noti alla vittima. Non bisogna andare nel panico ma è importante tenere sempre alta la soglia di attenzione e di allerta quando si ricevono email sospette.
