Fabrizio Corona rivela i dettagli dei casi Fagioli e Zaniolo: "I procuratori sapevano, non hanno fatto nulla"
Fabrizio Corona rivela ulteriori dettagli sulle scommesse e attacca i procuratori dei giocatori
Altre rivelazioni sul caso scommesse in Serie A. Fabrizio Corona parla di come è arrivato a scoprire i dettagli dei casi di calcioscommesse. Le sue fonti lo avrebbero fatto risalire a Nicolò Zaniolo.
La vicenda di Zaniolo
Nella puntata di Avanti Popolo di martedì sera, Fabrizio Corona ha rivelato che un ex giocatore dell’Inter, che ha avuto contatti con Nicolò Zaniolo, ha avviato il ragazzo al gioco d’azzardo e alle scommesse.
Lo zio di questo ex calciatore avrebbe parlato con Corona, rivelandogli il sistema: Zaniolo faceva scommettere dei prestanome al posto suo. La prova starebbe in alcuni filmati e audio, contenuti in una chiavetta USB.
Nicolò Fagioli, tra i calciatori accusati di scommesse
L’ex re dei paparazzi recupera anche Francesco Totti, che secondo Corona avrebbe prestato dei soldi a un amico, che non ne aveva bisogno, mentre questo amico effettuava scommesse.
Fagioli e l’allargamento dell’inchiesta
Secondo Fabrizio Corona, l’allargamento dell’inchiesta della procura di Torino dipende dalla volontà investigatori. Stando a quanto dichiarato in diretta, sarebbe coinvolto tra il 30% e il 40% dei calciatori professionisti e semiprofessionisti.
“Cosa succede se questa inchiesta continua? Si ferma il calcio? Si stracciano i contratti con le società? Si ferma la nazionale? Cosa si va a dire poi all’italiano medio che va allo stadio e paga il biglietto?” ha spiegato Corona.
Anche Nicolò Fagioli è stato nominato durante l’intervista. Il ragazzo si sarebbe indebitato per più di un milione di euro e il suo procuratore avrebbe saputo ogni cosa, ma non lo avrebbe fermato.
Corona e il carcere
Fabrizio corona ha anche parlato della condanna che Nicolò Fagioli avrebbe patteggiato con la giustizia sportiva. Il giocatore della Juventus non potrà più scendere in campo per 7 mesi e inoltre dovrà partecipare a un programma di riabilitazione e a manifestazioni di sensibilizzazione.
“Abbiamo assistito alla giustizia che funziona. Con i detenuti comuni come me i giudici buttano via la chiave. Io ho preso 15 anni di prigione.” ha dichiarato Corona, riferendosi ai suoi precedenti giudiziari.
In conclusione Corona ha tenuto a specificare che, nonostante le minacce di denuncia per diffamazione, il quarto nome fatto nell’ambito dell’inchiesta, quello di Nicola Zalewski, non sia un’invenzione: “Quella querela non mi arriverà mai” ha dichiarato.