Ex senatore Antonio Papania del Pd arrestato per voto di scambio, arrivano altre accuse: truffata anche l'Ue
Indagine sui consiglieri comunali a Marsala, ai domiciliari l’ex senatore del Pd Antonio Papania, arrestato per voto di scambio: frodata l’Ue
Al termine di una indagine della Procura Europea e dei pm di Marsala è stato arrestato l’ex senatore del Pd Antonio Papania, ora ai domiciliari, con le accuse di corruzione e frode ai danni dell’Ue. Papania, insieme ad altri indagati, avrebbe utilizzato indebitamente circa 9 milioni di euro dell’Unione Europea.
Ai domiciliari l’ex senatore Pd Antonio Papania
Continuano a piovere accuse sul 65enne ex senatore del Pd Antonio Papania, in manette già a metà settembre con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, giunta al termine di una inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo.
A distanza di un mese, arrivano però nuove contestazioni per il politico (e per altre 23 persone indagate), con accuse che vanno dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche alla malversazione, al riciclaggio.
Marsala, dove sono avvenute le indagini che hanno portato alle accuse nei confronti (tra gli altri) dell’ex senatore del Pd Antonio Papania
Per l’ex senatore (già in carcere) è quindi scattata l’ordinanza di arresti domiciliari, insieme al dirigente regionale dell’Mpa e responsabile provinciale del movimento politico “Via” (fondato da Papania), Angelo Rocca, il responsabile di “Via” a Marsala, Ignazio Chianetta, e Manfreti Vitello. Come spiegato da Repubblica, gli altri provvedimenti riguardano interdittive e divieto di dimora nel comune di appartenenza.
L’accusa a Papania
Secondo le ipotesi di reato avanzate dalla Procura Europea e dai pm di Marsala, Papania e i suoi complici avrebbero utilizzato in modo indebito dei fondi destinati alla formazione professionale, provenienti dal Fondo sociale europeo (FSE).
Il denaro in questione (una cifra vicina ai 9 milioni di euro) sarebbe invece stato dirottato e utilizzato per spese personali e per il movimento politico fondato da Papania, “Via”, come spiegato nella ricostruzione dei pm europei Geri Ferrara e Amelia Luise.
I fondi, che sarebbero arrivati ufficialmente agli enti “Ce.si.fo.p.” (Centro Siciliano per la formazione professionale), “I.r.e.s” (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e “Associazione Tai”, non sono mai stati realmente utilizzati per le attività di formazione per i quali erano stati erogati.
Il comunicato della GdF
Come spiegato dalla Guardia di Finanza di Trapani in un comunicato, gli accusati avrebbero “ottenuto indebitamente finanziamenti gravanti sul Programma operativo fondo sociale europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro”.
Soldi che invece erano “da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale, taluni dei quali non tenuti, come accertato nell’ambito delle indagini. Di detta somma, circa ottocentomila euro sono stati già percepiti e impiegati per il sostenimento di spese voluttuarie personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico Via e a campagne elettorali”.
L’indagine ha interrotto il flusso di denaro, con altri 2,5 milioni di euro che sarebbero potuti arrivare a breve. Per l’accusa, l’ex senatore Papania era “il principale promotore e organizzatore degli illeciti perpetrati”.