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Pignatone indagato nell'inchiesta su mafia e appalti, procuratore accusato di favoreggiamento a Caltanissetta

L'ex procuratore Giuseppe Pignatone è sotto indagine nell'ambito dell'inchiesta su mafia e appalti a Caltanissetta, con l'accusa di favoreggiamento

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L’ex procuratore di Palermo, Giuseppe Pignatone, è indagato a Caltanissetta per il suo presunto ruolo nell’insabbiamento dell’inchiesta su mafia e appalti del 1992. Il magistrato, che oggi presiede il tribunale della Città del Vaticano, è accusato dai pm nisseni per favoreggiamento alla mafia.

Pignatone indagato per favoreggiamento alla mafia

Tra gli indagati dalla procura di Caltanissetta per l’insabbiamento delle indagini del 1992 sull’inchiesta mafia e appalti c’è anche Giuseppe Pignatone.

L’ex procuratore di Palermo, attualmente presidente del tribunale della Città del Vaticano, è accusato di favoreggiamento alla mafia e di aver avuto un ruolo cruciale nell’occultamento di informazioni cruciali per le indagini.

procuratore Pignatone indagato favoreggiamentoFonte foto: ANSA
 Giuseppe Pignatone

L’interrogatorio a Pignatone

Mercoledì 31 luglio, Pignatone si è presentato al palazzo di Giustizia di Caltanissetta per essere interrogato.

Ecco le dichiarazioni rilasciate all’Ansa: “Ho dichiarato la mia innocenza in ordine al reato di favoreggiamento aggravato ipotizzato. Mi riprometto di contribuire, nei limiti delle mie possibilità, allo sforzo investigativo della Procura di Caltanissetta”.

Gli altri indagati nell’inchiesta mafia e appalti

L’indagine, coordinata dal procuratore Salvatore De Luca, coinvolge anche l’ex sostituto procuratore di Palermo, Gioacchino Natoli, e il generale della Guardia di Finanza, Stefano Screpanti.

Come riportato dal Corriere della Sera, il primo, noto per aver fatto parte del pool antimafia di Falcone e Borsellino, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio dello scorso 5 luglio.

Le autorità sospettano che, insieme a Pignatone e all’allora procuratore Pietro Giammanco, deceduto nel 2018, abbiano concorso nell’insabbiamento delle indagini sui legami tra mafia e appalti.

Le indagini su mafia e appalti iniziate nel 1992

La pista seguita nel 1992 da Paolo Borsellino, che aveva iniziato a lavorare al caso dopo la morte di Giovanni Falcone, si concentrava sui presunti rapporti tra i mafiosi palermitani Antonino Buscemi e Francesco Bonura e il gruppo di Raul Gardini.

Gli indagati sono accusati di aver ostacolato un’inchiesta iniziata da una segnalazione della procura di Massa Carrara, che poi era confluita nel filone principale a Palermo.

Natoli, all’epoca, aveva chiesto l’archiviazione del caso dopo soli tre mesi, ritenendo che non ci fossero elementi penalmente rilevanti. La vicenda è stata ricostruita nel settembre scorso davanti alla Commissione nazionale antimafia dall’avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino.

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