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Ex primario Saverio Tateo e la vice Liliana Mereu assolti nel caso Sara Pedri, perché "il fatto non sussiste"

L'ex primario Saverio Tateo e la sua vice Liliana Mereu assolti con formula piena nel caso riguardante anche la scomparsa di Sara Pedri

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Assoluzione con formula piena per l’ex primario Saverio Tateo e la sua vice Liliana Mereu: è questa la sentenza emessa dal gup del Tribunale di Trento Marco Tamburrino. Secondo il giudice, il fatto non sussiste. Su Tateo e Mereu pendeva l’accusa di maltrattamenti in concorso nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento nei confronti di 21 persone tra infermieri, ostetriche e medici. Tra questi anche Sara Pedri, la 31enne scomparsa il 3 marzo 2021 di cui nessuno ha avuto più notizie.

Sara Pedri, l’ex primario Saverio Tateo e Liliana Mereu assolti

La pm Maria Colpani aveva chiesto per Tateo e Mereu una pena di quattro anni, due mesi e venti giorni. Per la vicenda si erano costituite parte civile diverse persone, tra cui Emanuela, la sorella di Sara Pedri

La ginecologa 31enne è svanita nel nulla il 3 marzo del 2021. Il giorno dopo, sul ponte di Mostizzolo in Trentino, a pochi passi da un dirupo tra la Val di Non e la Val di Sole, è stata individuata un’auto (Volkswagen T Roc) con all’interno il cellulare della donna. Di lei non si è saputo più nulla.

Caso Sara Pedri, decisione del giudiceFonte foto: ANSA

Pedri percorreva quel tratto di strada ogni giorno. Abitava a Cles e lavorava all’ospedale Santa Chiara. Qui per mesi, secondo le accuse, avrebbe subito molteplici episodi di mobbing tra turni massacranti e offese. Nelle scorse ore è arrivata la sentenza di assoluzione per Tateo e Mereu.

Tateo e Mereu, parlano gli avvocati

“Formula piena: il fatto non sussiste per entrambi i medici. Direi, quello che noi abbiamo sempre auspicato”. Così all’uscita dall’aula, l’avvocato Mario Murgo, in rappresentanza della dottoressa Liliana Mereu.

“Sono innocenti come noi sapevamo dall’inizio di questa storia. Per quattro anni abbiamo lavorato su robuste ragioni, con la convinzione che la giurisdizione le avrebbe riconosciute, e così è stato”, ha dichiarato Salvatore Scuto, difensore di Tateo assieme all’avvocato Nicola Stolfi.

“Soddisfazione sicuramente, perché eravamo convinti di percorrere un solco tracciato chiaramente dalla Corte di Cassazione. Rimane la preoccupazione perché la Procura della Repubblica ha ritenuto di dover perseguire delle accuse che poi si sono rivelate infondate”, ha aggiunto Stolfi.

L’avvocato Andrea De Bertolini, in rappresentanza di sette lavoratrici costituitesi parti civili, ha invece manifestato sconforto: “La vicenda patisce di un difficile meccanismo di valutazione dell’effettiva responsabilità degli imputati rispetto alla fattispecie di reato contestato”.

“Nel nostro ordinamento non esiste un reato che specificatamente si occupa di mobbing, questo è il tema che in questo processo è stato trattato e approfondito a lungo”, ha aggiunto De Bertolini.

Cosa è successo a Sara Pedri?

Tutto fa pensare che la ginecologa si sia suicidata. Anche la sorella Emanuela ne è certa. “Siamo convinti – ha spiegato in diversi frangenti la donna – che Sara abbia compiuto un gesto estremo perché abbiamo visto come si era ridotta. Mia sorella era vittima di mobbing e si era ammalata. Parlava con un filo di voce, non dormiva, non mangiava. Voleva liberarsi da un malessere”.

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ex-primario-sara-pedri Fonte foto: ANSA/Faceook Sara Pedri/LinkedIn Saverio tateo
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