Esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio a Ercolano, un maxi-ordine dietro alla morte delle sorelle
Il proprietario della fabbrica di fuochi d'artificio di Ercolano ha cominciato a parlare: chi è il misterioso "Enzo" dietro all'assunzione delle vittime
Il proprietario della fabbrica abusiva di fuochi d’artificio nella quale sono morti a seguito di un’esplosione Sara e Aurora Esposito e Samuel Tafciu lo scorso 18 novembre ha iniziato a parlare con gli investigatori. Dietro all’impiego delle due sorelle e del giovane ragazzo potrebbe esserci un maxi-ordine, di cui si saprebbe il committente.
- Punzo inizia a collaborare
- Il maxi-ordine di fuochi d'artificio
- Il risarcimento alle famiglie delle vittime
Punzo inizia a collaborare
Il tribunale del riesame di Napoli ha tenuto la prima udienza per l’esplosione della fabbrica illegale di fuochi d’artificio in cui il 18 novembre scorso morirono le sorelle Sara e Aurora Esospito e Samuel Tafciu.
L’unico imputato è Pasquale Punzo, proprietario della fabbrica, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, caporalato, sfruttamento del lavoro nero e detenzione illecita di armi ed esplosivi.
Ercolano, dove è avvenuta l’esplosione
Fino a oggi Punzo aveva smentito categoricamente ogni suo coinvolgimento nella vicenda, facendo intendere di non avere nulla a che fare con la fabbrica. Poco prima dell’udienza sarebbero però arrivate le prime ammissioni da parte sua.
Il maxi-ordine di fuochi d’artificio
Punzo avrebbe ammesso alla pubblico ministero Stella Castaldo e al suo collega Vincenzo Toscano di essere coinvolto nella fabbricazione degli esplosivi e di aver assunto i giovani poi morti nell’esplosione perché bisognoso di manodopera.
Gli sarebbe infatti arrivata, nei giorni precedenti, una commessa molto importante di produzione di botti illegali del tipo Rambo e Kobra, da vendere nelle bancarelle abusive di Napoli prima di capodanno.
Il committente sarebbe stato un certo Enzo, che secondo le dichiarazioni di Punzo sarebbe una “persona importante” nell’ambito del commercio illegale dei fuochi d’artificio in città. Gli investigatori stanno cercando di risalire alla sua identità.
Il risarcimento alle famiglie delle vittime
Nel frattempo lo Stato sta cercando di riconoscere una forma di risarcimento alle famiglie delle vittime, Sara e Aurora Esposito, gemelle di 26 anni, e Samuel Tafciu, di 18 anni.
Normalmente spetterebbe all’Inail, l’ente che si occupa degli infortuni sul lavoro, risarcire i parenti delle vittime, ma questa operazione non è semplice in questo caso, dato che i ragazzi erano tutti assunti in nero, senza nessun contratto di lavoro.
L’Inail sta comunque cercando, stando a quanto riportato dall’edizione locale del telegiornale regionale della Rai, di corrispondere un risarcimento in denaro alle famiglie.