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Erdogan tra Israele e Hamas, la Turchia tratta sugli ostaggi e parla di Stato palestinese "necessario"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato il conflitto esploso in seguito all'attacco di Hamas a Israele: la posizione della Turchia

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È arrivato l’atteso primo commento del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan sul conflitto esploso dopo l’attacco di Hamas a Israele.

Cosa ha detto Erdogan

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato così quanto sta accadendo dopo l’attacco di Hamas a Israele: “Invito entrambe le parti alla moderazione“. Il leader della Turchia ha poi rilanciato la soluzione dei due Stati, affermando che la fondazione di uno Stato palestinese è “necessaria“.

Erdogan ha detto ancora: “Più si ritarda nella ricerca di una soluzione più la pace rimarrà un miraggio per questa terra. È importante tornare a lavorare alla soluzione dei due Stati. Non si può più rinviare la fondazione di uno Stato palestinese con i confini stabiliti nel 1967 con capitale Gerusalemme. Una pace giusta non ha perdenti“. Erdogan ha auspicato una soluzione “secondo quanto stabilito dal diritto internazionale” e ha aggiunto di essere pronto a fare “tutto il possibile per far finire gli attacchi” e che la Turchia “mantiene vivi tutti i canali diplomatici”.

ErdoganFonte foto: ANSA

Recep Tayyip Erdogan.

La visita di Netanyahu in Turchia

I rapporti tra Israele e Turchia sono tesi da anni. Pochi giorni prima del conflitto esploso in Medio Oriente, Recep Tayyip Erdogan aveva preannunciato una futura visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu in Turchia (Erdogan e Netanyahu hanno già avuto un breve faccia a faccia nel mese di settembre a New York, in occasione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite).

Erdogan, in passato, ha criticato la durezza delle politiche israeliane nei confronti della popolazione palestinese e ha definito “inaccettabile” l’embargo subito dai 2 milioni di palestinesi. Quest’ultimi hanno festeggiato la rielezione del presidente turco nel maggio scorso.

L’agenzia ‘Agi’ ha spiegato il riavvicinamento tra Israele e Turchia citando anche il comune interesse in ambito energetico: entrambi gli stati hanno in cantiere il progetto di un gasdotto che permessa il passaggio attraverso la Turchia e lo smistamento verso occidente del gas del grande giacimento israeliano denominato ‘Leviatano’.

Le mosse della Turchia

Dopo l’esplosione del conflitto, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, per anni numero uno dei servizi segreti di Ankara e persona di fiducia di Erdogan, ha attivato i suoi canali diplomatici parlando con rappresentati del Qatar, della diplomazia saudita, dell’Egitto, della Palestina, dell’Iran e degli Stati Uniti d’America.

La Turchia è alle prese con quello che è stato definito “equilibrismo diplomatico“: sono diversi gli esponenti di Hamas ai quali la Turchia garantisce asilo e protezione, ma dall’altra parte c’è l’esigenza di mantenere in piedi il rapporto con Israele, anche per il comune interesse in ambito energetico.

Erdogan Fonte foto: ANSA
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