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Nuovo Dpcm, entrerà in vigore venerdì 6 novembre: il motivo

Fonti del governo hanno spiegato che le misure contenute nel nuovo Dpcm entreranno in vigore dalla mezzanotte di venerdì 6 novembre

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Tutte le nuove misure previste dal nuovo Dpcm, quelle riservate alle aree gialle, arancioni e rosse, saranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre. Lo hanno riferito fonti del governo, sottolineando che la ragione è semplice: consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività. Nel suo messaggio alla nazione, anche il premier Giuseppe Conte ha confermato che il Dpcm partirà da venerdì.

Nuovo Dpcm, entrata in vigore: la polemica di Sala

In effetti non erano mancate le polemiche, in tal senso. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, alle ore 18 ha pubblicato su Instagram un appello abbastanza critico: “Caro Governo, sono le 6 di sera, un bar milanese sta chiudendo e ancora non sa se alle 6 di domani mattina potrà riaprire. Quando glielo facciamo sapere?”. Questo perché ancora non si conoscono, formalmente, quali siano le zone rosse e quali no.

Intanto Gianni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute, ha detto che potrebbero essere chiuse alcune aree anche all’interno di regioninon rosse: “L’applicazione di zone rosse in parti piccole del territorio regionale – ha spiegato – è un meccanismo del tutto praticabile. Non credo proprio che questo Dpcm impedisca di farlo, anzi”.

Nuovo Dpcm, la paura dei ristoratori: “Situazione drammatica”

In Lombardia i ristoratori imprenditori o gli chef proprietari che non solo devono affrontare una situazione complicatissima legata a investimenti perduti, mancati incassi, mutui in corso, ma anche fronteggiare il momento altrettanto difficile per i dipendenti e le loro famiglie, hanno definito la situazione “disastrosa”.

Un secondo lockdown, infatti, secondo alcuni metterebbe a rischio la sopravvivenza del locale: “Già la prima ondata ci aveva buttato a terra, ora siamo di fronte ad un’analoga situazione, non sappiamo davvero come in molti potranno sopravvivere, me compreso”, ha detto Carlo Andrea Pantaleo, giovane chef e proprietario del ristorante Milano 37 a Gorgonzola.

Toni analoghi da parte di Alfredo Zini, proprietario del ristorante Il Tronco, in attività dal 1933: “Momento davvero difficile, la burocrazia strozza le imprese della ristorazione e tutta la filiera che include vino, carne, salumi, formaggi. Provvedimenti che vengono attuati senza dare il tempo di potersi organizzare, così le perdite rispetto agli acquisti fatti, ai fornitori impegnasti sono enormi e nessun risarcimento è previsto per le materie prime deperibili che verranno buttate. Il delivery non consente di sopravvivere, la cucina italiana tradizionale non ha questo mercato, il consumatore medio alto non lo utilizza. La politica dovrebbe ragionare con un minimo di programmazione, ma purtroppo non accade”.

Regioni in zona rossa, arancione e gialla: cosa si può fare Fonte foto: Ansa
Regioni in zona rossa, arancione e gialla: cosa si può fare
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