Emilio Solfrizzi e la frecciata alla Rai e al mondo del cinema: "Mi fanno stare male, voglio tornare in tv"
Nel corso di un’intervista, l’attore Emilio Solfrizzi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, attaccando la Rai e il cinema italiano: “Mi snobbano”
Dopo essere stato a lungo uno dei volti più noti della televisione italiana, oggi il 62enne Emilio Solfrizzi è un attore che si dedica quasi esclusivamente al teatro, ma non sempre per scelta. Nel corso di un’intervista ha difatti raccontato di come Rai e cinema italiano tendano a snobbarlo, nonostante il suo desiderio di rimettersi in gioco.
L’intervista a Emilio Solfrizzi
Nato a Bari, classe 1962, Emilio Solfrizzi è stato, all’inizio degli anni 2000, uno dei volti più noti della televisione italiana, grazie alla partecipazione a serie di successo come Sei forte, maestro, Love Bugs e Tutti pazzi per amore.
Ora però è un attore che si dedica principalmente al teatro (pronto al debutto martedì 8 ottobre al Teatro Quirino di Roma con Anfitrione, un testo di Plauto da lui adattato, diretto e interpretato), e ha concesso un’intervista al Messaggero, nel corso della quale si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.
L’attore barese Emilio Solfrizzi
Solfrizzi, che dal 2016 a oggi ha girato due film e che nel 2017 ha partecipato alla sua ultima fiction, oggi si sente un po’ infastidito da chi gli chiede che fine abbia fatto: “Anche su internet leggo queste domande e un po’ mi fa male. Ma che vuol dire? Lavoro in teatro, giro l’Italia da nord a sud come un matto e mi diverto come sempre. Non faccio film e serie da un po’ di tempo, ma sono comunque un uomo molto fortunato”.
Il mondo del cinema
Di fronte a quella che sembra però una “improvvisa” sparizione dalle scene, causata forse anche dalla distanza da “un circoletto magico di attori e registi”, Solfrizzi ha una sua idea: “Io sono pugliese e quindi evidentemente non mi hanno fatto iscrivere. Non so che dire, è un discorso molto delicato: di sicuro nascere in certi ambienti, in certi luoghi, aiuta”.
“Un attore romano, o napoletano, non ha il problema di farsi capire perché quasi sempre le storie sono ambientate nella sua città. Certi vantaggi altri colleghi – come il sottoscritto – non li hanno mai avuti” ha poi chiarito Solfrizzi.
E, proprio con la consapevolezza che “il mondo è feroce per tutti, non solo per gli attori”, e che “la torta è sempre più piccola, non ci sono tutele e siamo molto individualisti”, Solfrizzi ha imparato che “bisogna fo**ersene degli altri […] Si deve seguire la propria strada e scegliere sempre. E poi se uno alla fine apre una tabaccheria, perché nessuno lo chiama più, deve essere pronto a dire con sincerità come sono andate le cose”.
La frecciata alla Rai
Solfrizzi fa comunque un mea culpa, sapendo che “a un certo punto, dopo i trenta, ho avuto la pretesa di essere considerato un attore a tutto tondo, non solo un comico, e così ho rifiutato proposte che mi avrebbero legato per sempre a un cliché”.
Ammette anche di aver rifiutato di condurre un gioco del preserale tv (“ma non dico quale”), e di avere qualche conto in sospeso: “Diciamo che ho tanto da dire a tante persone, ma ho molta pazienza. Anche se non vedo l’ora”.
Resta però ancora un desiderio, o meglio uno “sfizio”: “Tornare a fare tv e cinema con progetti belli e di qualità”. Questo perché Solfrizzi è convinto di “poter dire ancora la mia, per questo la Rai che mi snobba o il cinema che non mi propone progetti adatti a me mi fanno star male”.