Emergenza profughi in Armenia dopo la guerra in Nagorno-Karabakh: 90 mila in 7 giorni, "ci hanno affamato"
Continua a crescere il numero di sfollati in fuga dal Nagorno-Karabakh: oltre 90mila in una settimana. Le ostilità però potrebbero non essere finite
La Repubblica del Nagorno-Karabakh ha cessato di esistere ed è emergenza profughi. Mentre l’Azerbaigian riprende il controllo della regione separatista, dopo un’offensiva di appena 24 ore, sono sempre più numerosi i profughi che cercano rifugio nelle città armene. In appena 7 giorni il numero degli sfollati ha superato la metà degli abitanti della regione. Si registrano: uomini, donne, anziani, bambini, persone disabili, persone in gravidanza.
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La cacciata degli armeni dal Nagorno-Karabakh prosegue. Dopo una settimana sono oltre 90 mila le persone entrate in territorio armeno. I campi di accoglienza della Croce Rossa non bastano più e in molte città la scena più comune è quella di camion da cui vengono fatte calare persone e le loro vite in scatole, borse e buste.
Il registro, che segna ancora dei numeri non aggiornati di sfollati, descrive la popolazione in fuga. Sono circa 26mila uomini e 28mila donne, 1.172 persone disabili e 133 persone in gravidanza.
Immagine satellitare della fila di auto in fuga dal Nagorno-Karabakh
Cosa è accaduto?
L’Azerbaigian ha lanciato l’offensiva il 19 settembre, lanciando missili e droni contro la capitale regionale di Stepanakert. Di fronte all’impossibilità di contrattaccare, il Nagorno-Karabakh è presto caduto.
Poi l’annuncio: Samvel Shahramanyan, presidente della repubblica non riconosciuta dell’Artsakh, ha firmato un decreto sullo scioglimento dell’entità indipendentista armena della regione. La speranza era alta, ma alla fine non c’è stato nessuno spiraglio nelle trattative in corso per mantenere la propria vita nella regione.
La fine delle ostilità?
Mentre in Armenia è scattata l’emergenza profughi che richiedono aiuti, beni di prima necessità, un tetto sulla testa, oltre al ritorno di una vita normale il prima possibile, si teme che le ostilità non siano ancora terminate.
Basta osservare la mappa della regione per sollevare il dubbio anche su un altro territorio: l’enclave Naxçıvan, nel sud dell’Armenia, popolata da azeri. Il governo di Baku ha già richiesto in passato l’apertura di un corridoio per collegare i suoi territori e l’unico modo per farlo è passare sul suolo armeno, lungo il confine con l’Iran. Il momento perfetto per l’azione sarebbe proprio questo di profonda emergenza. L’Iran potrebbe però giocare un ruolo fondamentale come deterrente alle mire azere.