Emanuele Pozzolo riappare su Facebook e cita don Bosco: il post sui "nemici" che vogliono "coprire la verità"
Emanuele Pozzolo torna sui social con il primo post dallo sparo di Capodanno e cita Don Bosco in un post Facebook, mandando un messaggio ai "nemici"
Emanuele Pozzolo sceglie una citazione di don Bosco per le sue prime parole sui social dopo l’apertura dell’inchiesta sullo sparo di Capodanno di Rosazza, che lo vede come unico indagato. Il deputato sospeso da Fratelli d’Italia ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook a un mese di distanza dall’ultimo, proprio nel giorno dell’ultimo dell’anno, utilizzando delle frasi del santo piemontese per mandare un messaggio ai “nemici”.
La citazione
“Coraggio, coraggio sempre!” scrive Pozzolo citando “una frase che ripeteva spesso” il fondatore dei Salesiani. “Don Bosco – continua il deputato -, è stato un uomo indisponibile a piegarsi, radicato nella sua fermezza e nell’allegria della vita. Scrisse che in ‘tempi difficili in cui i nemici della luce si adoperano per coprire la verità‘ bisogna vivere ‘con i piedi per terra e con il cuore abitare nel cielo'”.
“Quello di Giovanni Bosco è un vivere profondamente il cristianesimo – hic et nunc – in modo intenso, un reagire costante, un guardare l’Oltre: ‘Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre con l’ingratitudine’. Un esempio immenso, immortale” conclude.
Le indagini
Per lo sparo avvenuto la sera del Capodanno di Rosazza, nel Biellese, che ha ferito Luca Campana, Pozzolo è indagato per lesioni colpose aggravate, accensioni pericolose, omessa custodia di armi e porto abusivo di armi.
Il parlamentare di Vercelli ha finora sempre dichiarato di non essere stato lui a sparare con la sua pistola, ma dall’esito del test dello stub sono emerse su Pozzolo tracce di polvere da sparo, anche se più sui vestiti che sulle mani.
Adesso si attendono i risultati delle analisi dei Ris di Parma sulle impronte, le tracce biologiche e il Dna presenti sulla North american arms Lr22 di proprietà del deputato.
Come riportato da Repubblica, la procuratrice Teresa Angela Camelio ritiene che sia stato Pozzolo a sparare, ma che il colpo sia partito in maniera accidentale. Dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, diversi presenti avrebbero riportato che Pozzolo, appena arrivato alla festa, avrebbe maneggiato la pistola per smontare il tamburo e disarmarla, per una questione di sicurezza. A quel punto, è una delle tesi al vaglio degli inquirenti, sarebbe partito inavvertitamente lo sparo.
L’attacco social al perito
Al termine degli esami dei Ris, la mini-pistola sarà analizzata dal perito nominato dalla procura, Raffaella Sorropago, che dovrà capire se l’arma funzionasse o meno.
Proprio la consulente sarebbe stata bersaglio di critiche sui social riguardo la sua scelta, in quanto docente alla polizia penitenziaria, data la presenza alla festa di diversi agenti della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro.
“Non tollero che venga messa in discussione la mia correttezza professionale – ha dichiarato Sorropago, come riportato da Repubblica – né tantomeno la mia onestà intellettuale con velate illazioni e notizie palesemente false. Non sono la consulente della penitenziaria, sono stata recentemente uno dei docenti del terzo corso istruttori il cui contratto è stato firmato prima dell’evento a fuoco che vede coinvolto l’onorevole Pozzolo. Sono addolorata dell’accaduto e sto riflettendo se sporgere querela”.