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Emanuela Orlandi, caos in Senato sulla commissione parlamentare d'inchiesta: la frenata della maggioranza

La maggioranza di centrodestra frena in Senato sulla commissione parlamentare d'inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi

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Caos in Parlamento sulla nascita della commissione bicamerale d’inchiesta sul mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi. Dopo il voto unanime alla Camera, il disegno di legge si è arenato in Senato. L’accordo tra le forze politiche potrebbe saltare, la maggioranza frena dopo la bufera suscitata dalle recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi su papa Wojtyla.

Caso Orlandi, caos in Senato sulla commissione d’inchiesta

Frenata in Senato per la nascita della commissione bicamerale d’inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazze scomparse nel nulla nel 1983 a circa un mese di distanza l’una dall’altra.

Il disegno di legge sull’istituzione di un organismo parlamentare con poteri inquirenti sul caso era stato approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati lo scorso 23 marzo. Il percorso della legge si è pero fermato in Senato.

Come riporta il Corriere della Sera, alla base dello stop ci sarebbero divergenze di vedute tra le forze politiche che sarebbero emerse negli ultimi giorni. Una situazione che potrebbe portare a far saltare l’accordo sulla commissione.

La frenata della maggioranza

La frenata è arrivata durante l’ultima seduta della I commissione Affari costituzionali del Senato. La maggioranza di governo, attraverso il senatore Marco Lisei, ha chiesto di rinviare la discussione e il voto sul testo base del disegno di legge, da inviare poi a Palazzo Madama per l’approvazione definitiva.

L’esponente di Fratelli d’Italia ha proposto invece una “pausa di riflessione” e che siano svolte alcune audizioni “per ulteriori chiarimenti”, a partire dai magistrati che seguono l’indagine e dai legali della famiglia Orlandi.

Emanuela Orlandi, caos in Senato sulla commissione parlamentare d'inchiesta: la frenata della maggioranzaFonte foto: ANSA
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi

“Non si può non tener conto delle novità di cui si è avuta notizia nelle ultime ore, in particolare sulla riapertura del fascicolo da parte della procura di Roma e sulla decisione della Santa Sede di collaborare inviando gli atti richiesti”, ha dichiarato Lisei.

Dopo le recenti dichiarazioni del fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, su papa Wojtyla, parte della maggioranza di centrodestra avrebbe maturato perplessità sulla possibilità di riaprire il caso. Da qui la frenata in Senato.

Le reazioni dell’opposizione

Sconcerto per l’irrituale richiesta del senatore Lisei”, commenta Dario Parrini del PD che aggiunge: “Sarebbe preferibile un confronto franco e trasparente sulle reali motivazioni per cui FDI abbia eventualmente cambiato opinione, piuttosto che ricorrere strumentalmente ad audizioni che dovrebbero essere svolte proprio dalla nuova Commissione di inchiesta”.

Sulla stessa linea Alessandra Maiorino del Movimento Cinque Stelle: “Sono esterrefatta: la proposta è talmente in contrasto con i principi giuridici e di diritto parlamentare che non sembra sia stata avanzata dal senatore”.

Pietro Orlandi: “Commissione deve essere indipendente”

Anche Pietro Orlandi ha commentato sui social la frenata della maggioranza in Senato: “Richiesta di audizioni per capire cosa stia accadendo tra Vaticano e Procura …ma perché? Una commissione parlamentare è, dovrebbe essere, totalmente indipendente da Procura e Vaticano”.

“Un plauso – ha aggiunto – ai deputati e presidente della Camera per la volontà nel pretendere all’unanimità, in tempi brevissimi, l’approvazione per la Commissione d’inchiesta. La Giustizia merita rispetto“.

emanuela-orlandi-commissione Fonte foto: ANSA
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