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Elena Di Cioccio rivela di essere sieropositiva da 21 anni a Le Iene: il racconto in tv tra le lacrime

L'attrice e conduttrice parla della sua malattia e rivela alle Iene di essere sieropositiva da 21 anni. Il racconto affrontato in un libro e in tv

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il: - Ultimo aggiornamento:

Per 21 anni ha mantenuto segreta la sua sieropositività, ora la racconta in un libro. L’attrice e conduttrice Elena Di Cioccio ha rivelato a Le Iene, di cui è stata anche inviata, di avere l’Hiv da 21 anni. Il racconto sofferto in tv e in un libro in uscita.

La rivelazione a Le Iene

Ha deciso di raccontarsi apertamente Elena Di Cioccio, in quel programma per cui era stata più volte un’inviata.

Durante l’ultima puntata de Le Iene, ha esordito così nel monologo del martedì: “Ho 48 anni e da 21 sono sieropositiva. Ho l’Hiv”.

elena di cioccio film Fonte foto: ANSA
Elena di Cioccio alla presentazione del film “Nauta” nel 2011 a Roma. 

“Oggi non ho rimpianti e non sono più arrabbiata. Ma ho dovuto processare molte cose” ha detto al Corriere, parlando di una vita piena di sfide e dolori.

“Dopo anni passati divisa tra la paura e la rabbia, non mi sento più in difetto di niente. Io sono questa cosa qui e non voglio più nascondermi”. 

Il racconto della malattia

La decisione arriva dopo anni passati a nascondere la malattia, nei quali ha finto di non averla.

Nelle sporadiche rivelazioni, fatte a pochissime persone, “ho sperimentato ogni tipo di reazione in risposta a questa cosa: fuga, compassione, rabbia. Ma il problema è la partenza, non la risposta: è come sto io rispetto a questa cosa”.

Poi il ringraziamento alla medicina, che ha permesso di fare luce su una malattia da sempre avvolta da un pesante stigma.

“Quindici anni fa – ha raccontato l’attrice – mi taglio la mano in una classe di teatro, esce del sangue. Si avvicinano per aiutarmi e io urlo: “No, non mi toccate”. Cavolo che brutto carattere. Oggi processare questa gigantesca marea di emozioni è possibile grazie a quello che la medicina ci dice, e cioè che siamo pazienti cronicizzati e in nessun modo io posso contagiare qualcuno. Per me è un sospiro di sollievo: non devo più stare sempre in allerta”.

Le sofferenze hanno però segnato una vita fatta di abusi nelle relazioni sentimentali e dipendenza dalla cocaina. “Quello è stato un passaggio giovanile che è poi diventato altro. Sì, uscirne è stato molto faticoso e ringrazierò mia mamma per sempre per avermi fatto sentire il peso di quello che stavo facendo quando mi ha scoperta”.

Il libro sulla sua storia

Da qui, l’annuncio di un racconto senza sconti nel libro in uscita il 4 aprile, “Cattivo Sangue”. 

La scrittura di un libro, arriva per dare un messaggio collettivo. “Quando incontro ogni singola persona mi domando se, come e quando dire che sono sieropositiva: lasciando la mia parola scritta ora lo do per fatto, una volta per tutte”.

Il libro attraversa gli anni dell’infanzia, trascorsi spesso in solitudine per l’assenza dei genitori, il leader della Pfm Franz di Cioccio e la manager Anita Ferrari, separati tra loro da infiniti litigi e infine dal divorzio.

Un capitolo ancora più tragico arriva con la morte della madre, che si è tolta la vita dopo anni di sofferenze per la perdita del figlio, fratello di Elena, a soli 3 anni. “Processare il dolore non è uno sport per tutti e mia mamma aveva stratificato una quantità di dispiaceri davvero grande, non processandoli, appunto. Alla fine se la sono portata via” ha raccontato di Cioccio.

Infine, il racconto di come la malattia abbia inciso anche sul suo desiderio di diventare mamma. “Diventare mamma non poteva essere lo slancio di un momento di passione ma serviva un passaggio tecnico che metteva in campo un altro gioco, la pianificazione. La maternità è stato un tasto veramente dolente, ma mi piacciono molto i bambini e mi ci diverto un sacco”.

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