Duecento gallerie autostradali a rischio in tutta Italia. Quali
A rivelarlo il Consiglio superiore dei lavori pubblici con una lettera inviata a vigili del fuoco e a tutti i provveditorati alle opere pubbliche
Sono duecento le gallerie a rischio lungo tutta la rete autostradale italiana: 105 sulla rete autostradale in concessione ad Aspi e 90 ad altre società. Come riferisce l’Ansa, a rivelarlo è stato a novembre il Consiglio superiore dei lavori pubblici con una lettera inviata a vigili del fuoco e a tutti i provveditorati alle opere pubbliche.
Un documento – di cui scrivono oggi alcuni quotidiani – che è stato acquisito dalla Guardia di Finanza di Genova e secondo il quale i tunnel lunghi oltre 500 metri presentano pericoli di incidenti e crolli, non sono impermeabilizzati, sono privi di sistemi di sicurezza, di corsie di emergenza e vie di fuga, luci guida in caso di evacuazione. In pratica, tutte gallerie non a norma con la direttiva europea 54 del 2004.
Tra le 200 gallerie figura anche la Bertè, sulla A26, dove il 30 dicembre sono crollate due tonnellate di cemento dalla volta. Per questo episodio, la procura di Genova ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per crollo colposo.
Gli investigatori stanno cercando di capire se la società fosse a conoscenza delle reali condizioni del tunnel e se avesse iniziato a mettere in pratica gli accorgimenti per la messa in sicurezza dell’infrastruttura.
La Bertè era stata controllata dai tecnici di Spea, la società controllata di Atlantia che si occupava delle ispezioni e manutenzioni. Come riporta Ansa, era stata classificata col 40, un voto basso che aveva innescato la procedura di programmazione di lavori rubricati però in là col tempo.
Precisazione Aspi
L’adeguamento degli impianti nelle gallerie gestite da Aspi e citate dal rapporto del Consiglio dei lavori pubblici è in corso nel 90% dei casi (in alcuni già concluso), mentre per il restante 10% sono in corso le gare d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori. Lo precisa Aspi sottolineando che ad aprile 2019 aveva già comunicato al Mit l’elenco delle misure compensative adottate per adeguamento agli impianti delle gallerie appartenenti ai corridoi transeuropei. Aspi afferma inoltre che gli interventi previsti dalla normativa Ue non riguardano la sicurezza strutturale della gallerie.
Lo scorso 30 aprile 2019 Autostrade per l’Italia “come richiesto dalla Commissione permanente gallerie del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha attivato una serie di misure compensative, avvalorate da un apposito studio sulla sicurezza”, per garantire “un livello di sicurezza e prevenzione – si legge nella nota – pari o maggiore rispetto a quello che si otterrà alla fine degli adeguamenti in corso. Tali misure consistono prevalentemente nel presidio delle gallerie per antincendio, posizionamento di vasche di riserva idrica agli imbocchi di ciascun fornice, adozione di kit assorbenti da impiegare in caso di sversamento di liquidi. Solo lo scorso 6 novembre 2019, la Commissione permanente gallerie del Mit ha indicato a Aspi la necessità di implementare ulteriori misure compensative, che la società si è impegnata ad attivare quanto prima”, confermando tuttavia “la piena idoneità dei sistemi adottati finora. Sul tema, Aspi sta mantenendo un confronto continuo con il Mit per la gestione delle attività e delle relative misure compensative”.
Aiscat, la nota sulle gallerie a rischio
“Non ci sono 200 gallerie a rischio”. Ad affermarlo è l’Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali che, “con riferimento alle notizie allarmistiche diffuse dagli organi di stampa sullo stato delle gallerie di lunghezza superiore ai 500 metri, ritiene doveroso chiarire che è profondamente sbagliato e fuorviante collegare i ritardi nell’adeguamento alla normativa europea con qualsiasi problema di sicurezza strutturale delle gallerie stesse”.