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Draghi sale al Quirinale, il M5s non vota la fiducia sul Dl Aiuti e il premier vede Mattarella: cosa succede

Il presidente del Consiglio è a colloquio con il Capo dello Stato per i venti di crisi che sferzano il governo

Di: VirgilioNotizie | Aggiornato:

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è salito al Colle dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella dopo il mancato voto del M5s sulla fiducia. Una decisione presa al termine di una lunga giornata di incontri nella maggioranza per valutare lo stato di salute del governo, messo in bilico dallo schiaffo del Movimento che alla Camera non ha partecipato al voto finale sul Dl Aiuti.

Draghi sale al Colle

Il premier ha lasciato così Palazzo Chigi per recarsi al Quirinale attorno alle 18.30 dopo aver visto in mattinata il ministro dell’Economia Daniele Franco e a seguire la Guardasigilli Marta Cartabia, poi il responsabile della Salute Roberto Speranza e il titolare del Lavoro Andrea Orlando.

Dietro la necessità del colloquio con Mattarella non ci sarebbe solo il caos provocato nella maggioranza per la mancata partecipazione al voto di fiducia da parte del M5s: da Forza Italia è arrivata la richiesta pressante di Silvio Berlusconi di aprire una verifica di maggioranza.

Le pressioni Forza Italia e di Renzi

“Chiediamo al presidente Mario Draghi di sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria e di prendere atto della situazione che si è creata – aveva dichiarato il presidente di Fi. Così come siamo stati responsabili nel far nascere il governo Draghi, altrettanto lo saremo nell’ultimo scorcio di legislatura. Ecco perché chiediamo che ci sia una verifica della maggioranza al fine di comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”.

Una verifica di maggioranza, è stata richiesta anche dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, “se il Movimento Cinque Stelle se ne va, a maggior ragione è un tema da affrontare tutti insieme con il presidente del Consiglio”.

“È chiaro – aggiunge – che se non c’è più il Movimento, per me si può andare avanti anche senza , ma bisogna vedere se ci sono la volontà e i numeri, e su che cosa. Qui c’è da non perdere i soldi europei, il Pnrr, da fare la legge di bilancio, poi forse qualcuno vuole fare la legge elettorale”

Sempre dalle file di Fi Antonio Tajani evoca la crisi se il M5s non voterà il Dl Aiuti anche al Senato, mentre la Lega attacca su cannabis e ius scholae.

Il caso del M5s sul Dl aiuti

Il testo del Dl Aiuti a Montecitorio è passato comunque con con 266 voti a favore e 47 no. Ma sul provvedimento la tensione si sposta al Senato, dove il testo deve essere approvato entro questa settimana.

Nel gruppo parlamentare dei 5 Stelle prende sempre più piede l’intenzione di non votare giovedì la fiducia al Senato sul decreto e dopo aver consegnato a Draghi una lettera-ultimatum in nove punti, Giuseppe Conte non ha smesso di tirare bordate all’esecutivo.

Arrivando alla sede del Movimento, senza rispondere su quello che accadrà durante il voto sul dl Aiuti al Senato e sulla verifica chiesta da FI e Lega, l’ex avvocato dichiara che quella di non votare oggi alla Camera il dl aiuti “era una decisione già chiara, perché c’è una questione di merito per noi importante che avevamo anticipato, c’è una questione di coerenza e linearità, quindi nulla di nuovo. Era stato anche anticipato, è tutto chiaro”.

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