Pnrr, il discorso completo di Draghi alla Camera dei Deputati
Mario Draghi ha presentato il Pnrr alla Camera e dettato le linee per la crescita economica dell'Italia
Conclusosi il confronto con l’Unione Europea, il presidente del Consiglio Mario Draghi avanza verso l’ultima tappa relativa al percorso del Recovery Plan: il voto di Camera e Senato. Oggi l’ex numero uno della Bce ha presentato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) a Montecitorio – domani a Palazzo Madama – con replica calendarizzata a martedì mattina per dare ampio spazio al dibattito.
L’appello di Mario Draghi alla Camera dei Deputati
Nel suo discorso alla Camera dei Deputati, il premier Mario Draghi ha esordito così: “Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr sia solo un insieme di progetti ambiziosi quanto necessari. Va letto anche in altro modo: metteteci dentro la vita degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato”.
Ancora Draghi: “Nell’insieme dei programmi c’è il destino del Paese, la sua credibilità”.
Secondo Draghi, “ritardi, inefficienze, miope visioni di parte anteposte al bene comune, peseranno direttamente sulle nostre vite e soprattutto su quelle dei più deboli, dei nostri figli e nipoti. E forse non ci sarà più tempo per porvi rimedio”.
Il presidente del Consiglio ha spiegato che “la buona riuscita del piano richiede uno sforzo corale. Il Parlamento ha effettuato con rapidità un ingente lavoro di sintesi delle istanze, un lavoro che ha contribuito alla stesura finale del piano. Questo si è affiancato alla intensa collaborazione con diversi ministeri. Un lavoro che ha grandemente beneficiato dell’azione già svolta dal precedente governo”.
Draghi ha avvertito che l’opera “fallirà se in tutte le categorie, in tutti i centri, non sorgeranno degli uomini pronti a sacrificarsi per il bene comune”.
Il messaggio del premier: “A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”.
Draghi ha poi spiegato: “Il Piano è articolato in progetti di investimento e riforme. L’accento sulle riforme è fondamentale. Queste non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne. Le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzate in sei Missioni”.
I tre obiettivi del Pnrr
“Il piano ha 3 obiettivi principali. Il primo, con un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. La pandemia ci ha colpito più dei nostri vicini europei. Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120 mila morti per il Covid-19. Nel 2020 il Pil è caduto dell’8,9%, l’occupazione è scesa del 2,8%, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11%, il che dà la misura della gravità della crisi”.
“I giovani e le donne hanno sofferto un calo di occupazione molto superiore alla media, particolarmente nel caso dei giovani nella fascia di età 15-24 anni. Le misure di sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori hanno notevolmente attutito l’impatto sociale della pandemia. Tuttavia, l’impatto si è sentito soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione. Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7%, per poi aumentare fino al 9,4% nel 2020. Ancora una volta ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani e ancora una volta soprattutto nel Mezzogiorno”.
“Con una prospettiva più di medio-lungo termine, il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica”.
“Il Pnnr ha effetti significativi sulle principali variabili economiche: nel 2026 il Pil sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell’attuazione del Piano. Ne beneficia anche l’occupazione che sarà più elevata, di 3,2 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026”.
Il Pnrr e le disparità Nord-Sud, di genere e generazionali
“I progetti di ciascuna missione mirano ad affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese, che costituiscono obiettivi orizzontali dell’intero Piano. Si tratta di colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali“.
Un piano da 248 miliardi
“Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro. A tali risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma React-Eu che, come previsto dalla normativa Ue, vengono spese negli anni 2021-2023. Si tratta di altri fondi per ulteriori 13 miliardi. Se si tiene conto solo di Rrf e del Fondo Complementare, la quota dei progetti ‘verdì è pari al 40% del totale. Quella dei progetti digitali il 27%, come indicato dalle regole che abbiamo deciso in Europa. Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40%”.
50 miliardi di risorse per digitalizzazione e cultura
“La prima Missione riguarda i temi della Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura. Nel complesso, le risorse destinate a questa Missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano. L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese. Abbiamo scelto di investire nella crescita dimensionale delle nostre imprese e in filiere ad alta tecnologia. Noi vogliamo che dal 2027 le nostre ragazze e ragazzi possano avere accesso alle migliori esperienze educative, ovunque esse siano in Italia. Vogliamo che i nostri imprenditori, piccoli e grandi, possano lanciare e far crescere le loro attività rapidamente e efficientemente. Vogliamo permettere alle donne imprenditrici di realizzare i loro progetti. Vogliamo che i lavoratori e le lavoratrici continuino ad acquisire le competenze per le professioni di oggi e di domani. Vogliamo che le persone più sole o vulnerabili possano esser assistite dagli operatori sanitari, dai volontari e dai loro famigliari nel miglior e più tempestivo modo possibile. Vogliamo che le pubbliche amministrazioni e i loro servizi siano accessibili senza ostacoli, senza costi e senza inutile spreco di tempo. Vogliamo insomma accelerare l’adozione della tecnologia per dare alla fine del quinquennio 2021-26 eque opportunità a tutti, in particolare a giovani, donne e a chi vive in territori meno connessi”.
Rivoluzione verde da quasi 70 miliardi
“La seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento. Essa è particolarmente importante per l’Italia, che è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi. La missione migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte: quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo. Vi sono inoltre investimenti a supporto della transizione ecologica anche in altre missioni. La Missione prevede misure per migliorare la gestione dei rifiuti e per l’economia circolare, rafforza le infrastrutture per la raccolta differenziata, e ammoderna o sviluppa nuovi impianti di trattamento rifiuti. Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi per incrementare significativamente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, per il rafforzamento delle reti e per una mobilità più sostenibile. Vi è un significativo sforzo per promuovere l’efficientamento energetico di edifici pubblici e privati”.
Nidi, materne, donne, giovani e nuove imprese
“Eliminare gli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è fondamentale per la ripresa dell’Italia. Il Piano interviene sulle molteplici dimensioni del divario di genere e si inserisce nel percorso di riforma avviato con il Family Act. Il Governo intende lanciare entro il primo semestre 2021 la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026″.
“Il Pnrr sviluppa le priorità di questa Strategia nazionale e le articola in un ampio programma: 4,6 miliardi sono dedicati a costruire nuovi asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. Quasi un miliardo va a finanziare l’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie per permettere alle famiglie – e alle madri in particolare – di conciliare meglio la loro vita professionale e lavorativa”.
“Il Piano prevede 400 milioni per favorire l’imprenditorialità femminile, e stanzia oltre 1 miliardo per la promozione delle competenze in ambito tecnico-scientifico, soprattutto per le studentesse”.
“L’assegno unico diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti. È una riforma che rappresenta un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità”.
“Siamo uno dei paesi con la più bassa fecondità in Europa: meno di 1,3 figli per ciascuna donna contro quasi 1,6 della media Ue. Per mettere i nostri giovani nella condizione di formare una famiglia, dobbiamo rispondere a tre loro richieste: un welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro. Oltre al piano agli asili nido, di cui ho già parlato, i giovani beneficiano dalle misure per le infrastrutture sociali e le case popolari”.
“In un prossimo decreto, di imminente approvazione, sono previsti altre risorse per aiutare i giovani a contrarre un mutuo per acquistare una casa. Sarà possibile non pagare un anticipo, grazie all’introduzione di una garanzia statale”.
“1,8 miliardi vanno ad accrescere la competitività delle imprese turistiche, di cui una parte importante è destinata a incentivare la creazione di nuove imprese da parte di chi ha meno di 35 anni”.
“Potenziamo il ‘Servizio Civile Universale’ per i giovani tra i 18 e i 28 anni, al quale destiniamo 650 milioni per il periodo 2021-2023. Si tratta di una forma di cittadinanza attiva che è, allo stesso tempo, uno strumento di formazione e un motore di inclusione e coesione sociale”.
“I giovani possono orientarsi rispetto allo sviluppo della propria vita professionale e rendere un servizio nobile alla propria comunità e all’Italia. Sempre per i giovani, investiamo 600 milioni di euro per rafforzare il sistema duale e rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con il mercato del lavoro. Questo intervento agevola l’occupazione giovanile e allo stesso tempo viene incontro alle esigenze delle imprese in termini di competenze”.
“Tra le altre misure legate all’istruzione, ribadiamo la centralità dello sport nel percorso formativo dei ragazzi e delle ragazze. Il Piano dedica un miliardo alle strutture sportive per i giovani, in parte dedicato a nuove palestre e attrezzature sportive nelle scuole, in parte a rafforzare il ruolo dello sport come strumento di inclusione sociale e di contrasto alla marginalizzazione”, ha proseguito.
18,5 miliardi per rafforzare la Sanità
“La Salute è un settore critico, che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno: la pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macro-economica dei servizi sanitari pubblici. Le riforme e gli investimenti proposti con il Piano in quest’area hanno due obiettivi principali: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario, al fine di garantire un equo accesso a cure efficaci. La dotazione per questa missione è complessivamente di 18,5 miliardi, di cui 15,6 relativamente a finanziamenti RFF e 2,9 di risorse nazionali”.
Verso il via libera al Recovery Plan
Il via libera al Recovery Plan non è in discussione, alla luce della larga maggioranza su cui può fare affidamento il premier.
Scarica il pdf del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il Pnrr poggia le proprie basi nelle pagine del documento che ne traccia le linee teoriche e pratiche: la sfida è far sì che l’Italia cresca rapidamente dal punto di vista economico, culturale e sociale, nel momento in cui la pandemia dettata dal Covid sarà debellata e di conseguenza si potrà tornare alla normalità.
Il Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva al Pnrr, secondo fonti di governo, potrebbe riunirsi lungo la giornata di giovedì prossimo, il 29 aprile.