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Dpcm, sindaci furiosi: il giallo della bozza cambiata nella notte

Il rappresentante dei primi cittadini Decaro si è scagliato contro la decisione del Governo di delegare a loro la responsabilità del coprifuoco

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il premier Giuseppe Conte, intervenuto in conferenza stampa nella serata del 18 ottobre, ha illustrato agli italiani le misure anti Covid del prossimo Dpcm. Tra tutte spicca la possibilità per i sindaci di chiudere piazze e strade affollate a partire dalle 21, stabilendo il coprifuoco dei locali. La decisione ha creato malumori tra i primi cittadini, contrari allo “scaricabarile“. Ne dà notizia l’Ansa.

Per tale motivo dal testo finale del Dpcm è scomparsa la parola “sindaci”. All’art. 1 si legge che per le “strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico dopo le 21”.

“Col nuovo Dpcm lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie: i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i prefetti e nei Comitati provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze”, ha chiarito Achille Variati, viceministro dell’Interno con delega agli Enti locali.

Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali, ha ammesso in collegamento con Rainews 24 che “la norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata. In ogni città se c’è un luogo da chiudere lo decide il sindaco. I sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima. Il Governo non scarica responsabilità su sindaci, Antonio Decaro lo sa”.

Nuovo Dpcm: il giallo della bozza cambiata nella notte

Il ‘Corriere della Sera’ ricostruisce il “giallo della bozza cambiata nella notte”: al termine di una trattativa andata avanti per oltre 6 ore e risolta solo dopo mezzanotte, nel testo definitivo diffuso da Palazzo Chigi è scomparsa la parola “sindaci”, presente invece nel testo inviato alle Regioni e al Cts.

A più riprese il presidente dell’Anci Decaro ha richiesto nella giornata di domenica di modificare il testo, ma in conferenza stampa, alle 21,30, Conte ha parlato ancora di “sindaci” nel passaggio riguardante le possibili chiusure di vie e piazze e anche nel testo definitivo diffuso da Palazzo Chigi 2 minuti dopo la mezzanotte, questo potere è stato attribuito ai “sindaci”.

A quel punto, però, è arrivatata una nota urgente, con la richiesta di annullare la pubblicazione per un “errore”. Quaranta minuti dopo mezzanotte, ecco il testo definitivo: “Delle strade o piazze nei centri urbani dove si possono creare situazioni di assembramento può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

Il potere è attribuito ai sindaci, ma anche a prefetti e presidenti di Regione.

Decaro, presidente dell’Anci, contro il Governo: i motivi

Antonio Decaro, presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani e sindaco di Bari, ha dichiarato in una nota riportata dall’Ansa che “il Governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica”.

“Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra? Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso”, ha continuato il primo cittadino.

“Per come è scritto il decreto non si capisce chi deve fare che cosa. Oggi ho chiesto al prefetto di convocare il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza con le forze dell’ordine e la Asl. Ho bisogno di capire quali sono le aree che possono creare problemi dal punto di vista del contagio, quante persone devo stare in quell’area. Poi questore e prefetto mi devono dire chi controlla quelle aree, che non può chiudere il sindaco”, ha sottolineato.

“Non possiamo accendere la tv e trovare il presidente del Consiglio che ci dice che dobbiamo mettere il coprifuoco, perché abbiamo fatto tre riunioni tra sabato e domenica e dobbiamo sentire questo. Abbiamo ricevuto una bozza, abbiamo scoperto che c’era questo tema dei sindaci, abbiamo detto che era inapplicabile, ci è poi stato assicurato che non c’era. E abbiamo visto che non c’era poi nel Dpcm”, ha riferito Decaro a Rainews 24.

“Siamo abituati a prenderci tutte le responsabilità, ho scritto al prefetto e ci devono dire chi dovrà far rispettare l’ordine pubblico. Non è previso nei decreti che la polizia locale si occupi del contrasto al Covid 19. Solo dopo il coordinamento del questore”, ha concluso il presidente Anci.

Dpcm, De Magistris: l’appello del sindaco di Napoli a Conte

Alle voci di protesta si è unita quella di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli. “Il presidente del Consiglio ha annunciato che i sindaci potranno adottare coprifuoco parziali, di vie e piazze, dalle 21. Conoscendo la sensibilità istituzionale del presidente Conte e la coesione che deve caratterizzare questo difficilissimo periodo che vive la nostra Repubblica, non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile”.

“L’effetto delle parole pronunciate dal presidente del Consiglio davanti a milioni di italiane e italiani sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano”, ha precisato, come riporta l’Ansa. “Lo Stato sceglie, quindi, di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese, per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica”.

“Provo amarezza, sconforto e delusione per uno Stato che non ha la sensibilità, la volontà e la lungimiranza di mettere al centro i suoi cittadini e chi li rappresenta, a mani nude, sul territorio, con poche risorse umane e spesso senza un euro. Dopo 9 mesi dallo scoppio della pandemia è un segno di debolezza e mancanza di lucidità dello Stato non riuscire a garantire il controllo del territorio e scaricarlo sui sindaci che spesso non hanno né personale, nè soldi, per pagare straordinari. Presidente Conte corregga il tiro, faccia il generale che sta vicino ai soldati che combattono sulla prima linea con pochi viveri e poche armi e che cercano, ogni giorno, di arginare epidemia sociale, economica e lavorativa e contenere l’avanzata del contagio criminale “, ha concluso Luigi De Magistris.

Alan Fabbri, sindaco di Ferrara: “sterili promesse” dal Governo

“I sindaci sono sempre stati in prima linea e continueranno a esserlo. Non ci tireremo indietro anche di fronte alle nuove responsabilità che il Governo ha deciso di scaricare su di noi, ma tutto questo deve essere accompagnato da adeguate misure di ristoro economico per le attività a cui si impongono chiusure e di sostegno ai Comuni”, ha fatto sapere Alan Fabbri, come riporta l’Ansa.

Il sindaco di Ferrara ha spiegato che “da parte del Governo ci saremmo aspettati, da subito, un quadro dettagliato di risorse, azioni e interventi per aiutare categorie e attività su cui, anche questo Dpcm, impatterà in maniera fortemente negativa. Purtroppo così non è stato. Al momento ci sono solo sterili promesse. Come Comune abbiamo cercato di fare la nostra parte, e continueremo a farla. Penso, ad esempio, al bando da 1,7 milioni di euro a fondo perduto per le piccole imprese danneggiate dal lockdown”.

Mancinelli, sindaca di Ancona: “I Comuni sono in rivolta”

Inaccettabile e inapplicabile la norma che scarica sui Comuni la gestione, in realtà, del coprifuoco, senza uomini e senza mezzi. Tutti i Comuni italiani sono in rivolta e chiedono al Governo di cambiarla. Ora”. Lo scrive Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona, su Facebook.

Magorno, sindaco di Diamante: “Sindaci lasciati soli”

Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva e sindaco di Diamante (Cosenza), ha sottolineacto che “il nuovo Dpcm scarica sui sindaci la responsabilità del coprifuoco alle 21, una decisione che lascia perplessi anche perché, come sottolineato a più riprese negli scorsi mesi, esiste un problema relativo ai controlli. Esistono realtà del Sud senza neanche un vigile urbano. Come è possibile garantire un’adeguata copertura del territorio? I sindaci hanno sempre mostrato spirito di collaborazione nonostante non abbiano trovato ascolto nelle istituzioni che ora devono cambiare rotta perché non possiamo essere lasciati soli“.

Covid, nuovo Dpcm del 18 ottobre: cosa cambia Fonte foto: Ansa
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