Draghi abbandona il Dpcm e passa al decreto legge: la differenza
Con 19 Dpcm, Giuseppe Conte è il premier dei record in questa speciale classifica: Mario Draghi, però, preferisce i decreti legge. Cosa cambia?
Tra le parole più cercate su Google nell’ultimo anno, ossia da febbraio 2020 a marzo 2021, c’è sicuramente l’acronimo ‘Dpcm’: sta per ‘Decreto del presidente del Consiglio dei ministri’ ed è – tecnicamente – una fonte normativa secondaria in forma di atto amministrativo. Si tratta di un provvedimento del governo che è sempre esistito, ma negli ultimi 13 mesi è stato utilizzato decine di volte. Mario Draghi, ora, è intenzionato a ‘sostituirlo’ con il decreto legge: ma quali sono le differenze?
Draghi abbandona il Dpcm e passa al decreto legge: la differenza
I Dpcm sono atti amministrativi emanati dal premier, ma sono – dal punto di vista giuridico – inferiori rispetto alla legge. Possono coinvolgere uno o più ministeri (diventando dunque decreti interministeriali).
Solitamente, i contenuti dei Dpcm riguardano questioni tecniche: tant’è che per la sua emanazione si coinvolgono spesso degli esperti del settore interessato.
Le differenze tra Dpcm e decreti legge sono diverse sotto molti aspetti, dall’iter di approvazione all’efficacia:
- Dpcm: atti rapidi – quini adatti alle situazioni di emergenza – che però non coinvolgono il Parlamento e dunque sono espressione esclusivamente della volontà della maggioranza;
- decreti legge: partono da un atto del governo, che però deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 50 giorni. Quindi, i decreti legge assicurano dialogo e collaborazione con l’opposizione, dato che sia la Camera sia il Senato possono proporre modifiche.
Il governo presieduto da Mario Draghi, quindi, venerdì 12 marzo approverà il decreto legge ‘Misure urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del COVID-19‘. I suoi contenuti (stando alla bozza che circola da alcune ore):
- restrizioni alle regole per portare le regioni in zona gialla, arancione e rossa;
- irrigidimento delle misure per i cittadini nelle aree a rischio.
Dpcm, il record è del governo Conte: quanti ne ha firmati
L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella sua esperienza alla guida del Paese in piena pandemia ha firmato 19 Dpcm. L’ultimo è restato in vigore fino al 5 marzo 2021.
Quello di Conte è un vero e proprio record: il dato gli è valso l’accusa, da parte di diversi esponenti politici dell’allora opposizione, di aver limitato le libertà garantite dalla Costituzione.
Ecco tutti i Dpcm da lui approvati (tra nuovi e proroghe):
- Dpcm 23/02/2020: relativo a comuni lombardi e veneti interessati dalle misure di contenimento del contagio;
- Dpcm 25/02/2020: tra le altre cose, limitazione delle manifestazioni sportive e delle attività scolastiche;
- Dpcm 01/03/2020: recepisce e proroga alcune delle misure adottate a su scala regionale a livello nazionale;
- Dpcm 04/03/2020: ulteriori misure per il contrasto e il contenimento del contagio a livello nazionale;
- Dpcm 08/03/2020: come sopra;
- Dpcm 11/03/2020: si passa alla chiusura di tutte le attività commerciali ad eccezione di negozi di generi alimentari, di prima necessità, farmacie e parafarmacie;
- Dpcm 22/03/2020: chiusura delle attività produttive non essenziali o strategiche. Aperti alimentari, farmacie, negozi di generi di prima necessità e i servizi essenziali (modificato con Dpcm del 25/03/2020);
- Dpcm 28/03/2020: si anticipa l’erogazione di 4,3 miliardi di euro del fondo di solidarietà comunale e si concedono altri 400 milioni di euro per la solidarietà alimentare;
- Dpcm 01/04/2020: proroga fino al 13 aprile delle misure in vigore;
- Dpcm 26/04/2020: ingresso nella ‘fase 2’;
- Dpcm 16/05/2020: ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica;
- Dpcm 11/06/2020: autorizza la ripresa di ulteriori attività dal 15 giugno (per esempio centri estivi per i bambini, sale bingo, centri culturali, spettacoli aperti al pubblico, cinema, ma con mascherina e distanziamento);
- Dpcm 14/07/2020: proroga al 31 luglio 2020 le misure del Dpcm 11 giugno 2020;
- Dpcm 07/08/2020: proroga al 7 settembre 2020 delle misure precauzionali minime per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19 (ulteriormente prorogato con il Dpcm del 7 settembre);
- Dpcm 13/10/2020: integrato con il successivo Dpcm del 18 ottobre 2020;
- Dpcm 25/10/2020: chiusura di palestre e piscine, stop per locali e ristoranti dopo le ore 18 e raccomandazione di evitare spostamenti non necessari;
- Dpcm 03/11/2020: nascono le fasce colorate – gialla, arancione e rossa – corrispondenti ai differenti livelli di criticità nelle regioni;
- Dpcm 03/12/2020: ulteriori restrizioni nel periodo dal 21 dicembre al 6 gennaio;
- Dpcm 14/01/2021: valido dal 16 gennaio al 5 marzo 2021.
Decreti legge, record ancora del governo Conte: quanti ne ha firmati
Oltre a quella relativa ai Dpcm, Giuseppe Conte è primo anche nella speciale classifica dei decreti legge.
Tra i più significativi: Cura Italia, Rilancio e Ristori (bis, ter e quater).
Quelli relativi all’emergenza Covid sono 22, sarebbero di più se si contassero anche quelli riguardanti altri ambiti (per esempio: disposizioni in ambito penitenziario ed elettorale).
Ogni decreto è stato convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni, sui più importanti è stato chiesto dal governo il voto di fiducia.