Dopo gli scontri il sindaco di Bologna attacca il governo, Matteo Lepore: "Ci hanno mandato le camicie nere"
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, contro il governo per aver dato l'ok a una manifestazione in camicia nera. Anche il Silp Cgil condanna l'evento
Da Bologna, dopo gli scontri che hanno segnato la manifestazione di sabato 9 novembre, il sindaco Matteo Lepore ha lanciato un attacco diretto al governo, accusando l’esecutivo di aver autorizzato l’arrivo di gruppi neofascisti, che hanno sfilato in camicia nera nel cuore della città. Lepore ha definito l’operato delle autorità centrali come “una gestione irresponsabile dell’ordine pubblico”. L’episodio ha suscitato reazioni anche tra le forze di polizia, con il Silp Cgil che ha condannato l’autorizzazione a simili manifestazioni in un contesto tanto delicato.
Lepore contro il governo
Il sindaco di Bologna ha accusato il governo di aver inviato “300 camicie nere” a Bologna. Durante un’intervista, Matteo Lepore ha sottolineato come fosse del tutto inopportuno permettere a un gruppo di estrema destra di sfilare proprio nei luoghi simbolo della città, come piazza XX Settembre, mentre si stavano svolgendo incontri istituzionali.
Lepore ha criticato la gestione del ministero dell’Interno, ritenendo che non fosse stato rispettato il parere delle autorità locali, compreso quello del prefetto e del vice questore.
In particolare, il sindaco ha lamentato il fatto che la manifestazione non fosse stata impedita, nonostante le obiezioni locali, e ha chiesto chiarimenti sulle motivazioni politiche dietro questa decisione.
La ricostruzione degli eventi
Gli scontri di sabato sono stati il culmine di una manifestazione autorizzata, ma che ha visto l’inasprirsi delle tensioni, in particolare tra i membri di CasaPound e i gruppi definiti genericamente “antagonisti” che avevano organizzato una contromanifestazione.
La Prefettura di Bologna ha minimizzato la situazione, dichiarando che l’evento si è svolto in modo relativamente tranquillo, seppur con alcune aggressioni ai danni delle forze di polizia.
Secondo la Prefettura, le problematiche sono nate più che altro dai disordini provocati dalle manifestazioni antagoniste, mentre il corteo dei “Patrioti CasaPound” si sarebbe svolto senza particolari turbative. Le ricostruzioni del sindaco e di alcuni esponenti politici e sindacali sono nettamente diverse, e parlano di una gestione dell’ordine pubblico che avrebbe dovuto essere più rigorosa.
Silp Cgil: “Manifestazione irresponsabile”
Il Silp Cgil, sindacato di polizia, ha definito “irresponsabile” l’autorizzazione di una manifestazione neofascista, specialmente in una città come Bologna, che porta con sé un forte carico simbolico legato ai tragici eventi del passato.
In particolare, la manifestazione si è svolta a pochi passi dalla Stazione di Bologna, un luogo simbolo delle tragedie della violenza neofascista, come il devastante attentato del 2 agosto 1980. Il sindacato ha condannato non solo la violenza fisica ma anche l’atteggiamento di alcuni leader di estrema destra che, secondo il Silp, avrebbero avuto un ruolo nel dare ordini ai funzionari responsabili dell’ordine pubblico.
Il sindacato ha richiesto maggiore rispetto per le istituzioni e per il lavoro delle forze dell’ordine, evidenziando la pericolosità di lasciare che movimenti estremisti possano agire con impunità in contesti tanto delicati.