Donald Trump jr e la caccia alle anatre a Venezia, aperta un'inchiesta: cosa non torna nel caso
La Procura apre un fascicolo sul caso della caccia alle anatre, coinvolto Donald Trump jr: avrebbe abbattuto un esemplare protetto
Sulla caccia alle anatre a Venezia è stata aperta un’inchiesta. È quanto emerge sulla vicenda che vede coinvolto Donald Trump jr, proprio il figlio del tycoon, dopo la battuta di caccia a Campagna Lupia. Secondo le ipotesi Trump jr potrebbe aver abbattuto un esemplare di una specie protetta.
La Procura indaga su Donald Trump jr
Come riporta il Corriere della Sera la Procura di Venezia, coordinata dalla pm Daniela Moroni, ha aperto un fascicolo per far luce sulla vicenda della caccia alle anatre che vede coinvolto Donald Trump jr.
Le indagini sono iniziate a seguito di un esposto presentato dal consigliere regionale di Europa Verde Andrea Zanoni e altri esposti presentati da diverse associazioni animaliste.
Fonte foto: IPA
La Procura vuole vederci chiaro sull’abbattimento di un esemplare probabilmente appartenente a una specie protetta, più precisamente una tadorna ferrugginea nota popolarmente come casarca.
Di questo caso si è interessato anche il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che il 5 febbraio ha dichiarato: “Aspetto un report per saperne di più, per avere tutte le informazioni al riguardo”.
La caccia alle anatre
La vicenda ha inizio il 4 febbraio, quando sul sito internet Field Ethos dedicato agli appassionati di caccia è comparso un video dal titolo Duck hunting Venice – Italian Job Teaser. Nel filmato si vedeva Donald Trump jr mentre mostrava un’anatra appena uccisa e spiegava che si trattava di una specie rara.
In quel momento, in effetti, il figlio del tycoon si trovava nella valle Pirimpiè di Campagna Lupia, in provincia di Venezia, per una battuta di caccia. Il filmato era stato notato da Andrea Zanoni di Europa Verde, che aveva subito reso pubblica la notizia. Il riferimento alla “specie rara” ha scatenato interrogazioni sia all’interno del Consiglio Regionale che in Parlamento.
Secondo il Corriere della Sera da parte della Regione erano state concesse tutte le autorizzazioni del caso, dal momento che il 25 novembre da valle Pirimpiè era arrivata la richiesta per sette autorizzazioni di caccia per altrettanti ospiti, tra i quali figurava proprio Donald Trump jr.
Il figlio del tycoon si difende
Sempre Corriere della Sera riferisce che Donald Trump jr ha respinto le accuse tramite il portavoce Andy Surabian specificando che il suo gruppo “aveva i permessi e stava cacciando in un’area autorizzata legalmente”, ovvero un terreno che si estende per 500 ettari di proprietà di Oliver Martini.
Inoltre Surabian riferisce che in quel giorno sarebbero stati presenti altri gruppi e che quindi l’abbattimento dell’esemplare mostrato nel video potrebbe essere stato opera di membri di altre compagnie, o forse il volatile era già morto e quindi trasportato dal cane da caccia.
“Don prende molto seriamente tutte le norme, le regole e la tutela nelle sue battute di caccia e intende cooperare pienamente con qualsiasi indagine“, ha concluso il portavoce.