Doha Zaghi ci riprova: la consigliera hot espulsa da Calenda si candida a sindaco nel Comasco
La candidata era stata ingiustamente bocciata da Calenda e dopo aver fatto ricorso si è presentata per la carica nel Comasco
Dopo essere stata bocciata da Carlo Calenda, leader di Azione, come consigliera comunale, Doha Zaghi ci riprova e si candida come sindaco di un paese nella provincia di Como. La 31enne era stata esclusa per un problema legato alle firme per la presentazione della lista, il Tar di Milano ha poi accolto il ricorso della donna.
Doha Zaghi, ecco dove si candida
La performer fetish, nota con il nome di Lady Demonique, potrà correre come candidato sindaco per il partito Gay – LGBT+ Solidale, Ambientalista e Liberale a San Bartolomeo Val Carvagna nel Comasco. Dopo che la sua candidatura Doha Zaghi era stata “ingiustamente bocciata dalla Commissione Elettorale” è infatti stata riammessa dal Tar della Lombardia.
A rendere nota la sua candidatura è stato Fabrizio Marrazzo portavoce del partito Gay secondo cui “i giudici riconoscono “gli errori presenti sul manuale elettorale del Ministero degli Interni, che fissa erroneamente la definizione del censimento dei cittadini al censimento del 2011 e non a quello dell’ultimo anno disponibile (ossia 2020)”.
Una sentenza “storica” quella dei giudici della Terza Sezione del TAR di Milano, secondo Marrazzo, che riconoscono l’errore commesso. “Mi auguro che l’ufficio elettorale del Comune ed il Sindaco si scusino per l’errore commesso, che spero sia dovuto solo per mancanza di conoscenza delle variazioni normative, anche se li avevamo avvertiti. Quanto accaduto mostra la mancanza di aggiornamento del personale e infatti la formazione continua è un nostro obiettivo in tutti i comuni dove ci siamo presentati”, ha concluso Andrea Grassi coordinatore del Partito Gay – LGBT+ in Lombardia.
La polemica su Doha Zaghi
Lady Demonique aveva fatto parlare di sé quando, a causa del suo lavoro, Carlo Calenda aveva stoppato la sua candidatura a consigliera comunale di Como per la lista appoggiata da Azione.
Il caso era scoppiato a seguito delle insinuazioni di Claudio Borghi (deputato di spicco della Lega e consigliere comunale proprio a Como) sulla presunta irregolarità della professione di Doha Zaghi. “Il mio lavoro è legale” aveva spiegato lei nei giorni scorsi, tentando di ribadire che “non offro sesso a pagamento. Sono un’imprenditrice e guadagno onestamente il mio stipendio realizzando e vendendo video“.
I messaggi social
A corredo della candidatura avanzata al tempo con Calenda, Zaghi aveva scritto sui social: “La mia candidatura è un segnale per capire realmente se abbiamo le palle di vivere senza pregiudizi, senza sessismo e avvicinarci a quell’Europa e a quell’America tanto ammirata. In caso contrario l’Italia sarà solo la provincia dell’Arabia Saudita“.