Discorso del padre Gino ai funerali di Giulia Cecchettin, il video: "Si definiva oplita. Addio, amore mio"
Il toccante discorso di Gino Cecchettin, padre di Giulia, durante il funerale della figlia uccisa l'11 novembre dall'ex fidanzato Filippo Turetta
Al termine dei funerali di Giulia Cecchettin, il padre Gino ha pronunciato un discorso nella Basilica di Santa Giustina a Padova: “Si definiva oplita, era una combattente”. Il video dell’intervento del papà.
- I ringraziamenti di Gino Cecchettin
- Il discorso del papà di Giulia: "Addio amore mio"
- L'appello ai genitori
- La speranza di Gino Cecchettin
- La poesia di Kahlil Gibran sull'amore
- L'ultimo messaggio a Giulia
I ringraziamenti di Gino Cecchettin
Visibilmente commosso, Gino Cecchettin ha ringraziato tutti i presenti, compresi i rappresentanti delle istituzioni come Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Dopodiché ha letto il suo discorso.La folla fuori dalla Basilica di Santa Giustina
Il discorso del papà di Giulia: “Addio amore mio”
I punti salienti del discorso di Gino Cecchettin:
“Mia figlia Giulia era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma”.
Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti”.
E ancora: “Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare”.
Quindi il passaggio sui femminicidi:
“Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle; invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi, fino a perdere la loro libertà, prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo. Com’è può essere successo a Giulia?”.
Gino Cecchettin ha aggiunto che “ci sono tante responsabilità, ma quella educativa coinvolge tutti. Mi rivolgo per primi agli uomini: per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere”.
L’appello ai genitori
Qundi, l’appello “a chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro”.
Poi ha aggiunto: “Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale. È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all’esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto”.
Poi ha sottolineato che “la scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli. Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l’importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza di genere inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti”.
La speranza di Gino Cecchettin
“In questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte può, anzi, deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi, che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita”, ha aggiunto Gino Cecchettin.
La poesia di Kahlil Gibran sull’amore
Gino Cecchettin ha anche letto una poesia di Kahlil Gibran sull’amore:
“Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!
L’ultimo messaggio a Giulia
Quindi, la chiusura del discorso con l’ultimo messaggio alla figlia Giulia:
“Io ti amo tanto, e anche Elena e Davide di adorano. Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a te e alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, e un giorno possa germogliare, e produca il suo frutto di amore, di perdono, e di pace. Addio Giulia, amore mio”.