Dimissioni del premier De Croo in Belgio in lacrime dopo le elezioni: cos'è successo a Bruxelles
Dimissioni del premier del Belgio Alexander De Croo che scoppia in lacrime dopo le elezioni tenutesi nel Paese
In Belgio si è votato sia per le elezioni Europee sia per quelle utili a eleggere i rappresentanti federali e locali. Il partito del premier Alexander De Croo ha avuto un netto calo. Un risultato che ha spinto il primo ministro stesso a rassegnare le dimissioni, in lacrime.
- Il premier del Belgio De Croo si dimette tra le lacrime dopo i risultati delle elezioni
- De Croo: "Abbiamo perso"
- Elezioni, cosa è successo in Belgio
Il premier del Belgio De Croo si dimette tra le lacrime dopo i risultati delle elezioni
In Belgio, come in diversi altri Paesi europei, le sigle di destra ed estrema destra hanno guadagnato terreno. Anche i separatisti sono cresciuti. Una situazione che ha convinto De Croo a lasciare.
“Mi assumo le mie responsabilità, da domani sarò un primo ministro dimissionario. Farò di tutto per agevolare la transizione a un mio successore. Il Paese ha bisogno rapidamente di un nuovo governo. Ma i liberali sono forti, torneremo”. Così il premier, visibilmente toccato, con le lacrime agli occhi.
Il premier Alexander De Croo
De Croo: “Abbiamo perso”
De Croo, senza cercare di celare il risultato deludente, parlando alla platea dei militanti liberali del suo partito, ha aggiunto: “Per noi è una sera particolarmente difficile, abbiamo perso”.
Il premier si è poi congratulato con “i vincitori di queste elezioni , N-va, Vlaams Belang e Vooruit. E i nostri amici del MR del Belgio francofono”. Anche in Francia c’è stato un terremoto politico, con Macron che ha indetto nuove elezioni.
Elezioni, cosa è successo in Belgio
In Belgio la tornata elettorale ha riguardato, oltre alle Europee, anche il voto per i 150 deputati del Parlamento federale, i 124 dell’Assemblea fiamminga (6 eletti a Bruxelles), gli 89 membri dell’organo parlamentare della Regione di Bruxelles Capitale, i 75 deputati dell’Assemblea vallone e i 24 dell’organo legislativo della Comunità germanofona.
Il partito guidato da De Croo, Open VLD, ha dovuto cedere terreno, sia per quel che riguarda i seggi, sia per quel che riguarda le preferenze. Una situazione che ha innescato un terremoto politico mandando in frantumi la coalizione di governo a 7 punte.
Sono andate bene le forze di destra e di destra estrema. Nel Paese c’è una spaccatura lungo le linee linguistiche-culturali: i separatisti nelle Fiandre, gli ‘unionisti’ in Vallonia. Il partito di estrema destra separatista Vlaams Belang ha ottenuto circa il 20% dei voti nella regione fiamminga di lingua olandese del Paese. Un ottimo risultato, ma non abbastanza per trionfare. Infatti è comunque stato battuto dal partito nazionalista N-VA, con il 24%.
Per mesi, i sondaggi pre-elettorali avevano suggerito che il Vlaams Belang sarebbe stato il più grande partito delle Fiandre, sostenendo che avrebbe ottenuto il maggior numero di voti nel parlamento federale di 150 seggi. Non è andata così: N-VA resta alla guida della coalizione di governo delle Fiandre e resta il primo gruppo alla Camera federale.
Il vero botto lo ha registrato il Mouvement Réformateur (MR), sigla liberale – sempre affiliato a Renew – alternativa al partito di De Croo: 9,5% e 19 seggi. I socialisti hanno ceduto un poco il passo, sebbene abbiano arginato le perdite mantenendo.
I Les Engagés, di matrice popolare (militano nelle fila del Ppe) hanno ottenuto un buon riscontro in termini elettorali, conquistando 15 seggi, ben 10 in più rispetto all’ultima tornata. In crescita anche l’estrema sinistra, che ha avuto 14 poltrone alla Camera federale.