Afghanistan, Di Maio: "Trasferire in Italia 2.500 afghani". Il piano
Il ministro degli Esteri ha annunciato il piano per accogliere nel nostro Paese migliaia di profughi afgani
Il ponte aereo per trasferire i profughi dell’Afghanistan in Italia, tra i quali moltissimi bambini e donne in fuga dal regime talebano, non si fermerà alle centinaia di persone arrivate nel nostro Paese dallo scoppio della crisi internazionale. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante il meeting di Rimini assicurando l’accoglienza di 2.500 altri cittadini afgani. Lo riporta ‘Ansa’.
Mentre in serata il premier sloveno Janez Jansa, al quale spetta la presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione europea scrive su Twitter: “L’Ue non aprirà corridoi per i migranti afghani” il ministro cinque stelle ha dichiarato che “la gravità della situazione in Afghanistan rende ineludibile un raccordo ancor più stretto con i nostri alleati, per definire una strategia comune a favore del popolo afghano e delle conquiste maturate finora”.
“L’Italia, presente con il console e un nucleo di militari presso l’aeroporto di Kabul, continua a lavorare per portare in salvo i collaboratori e gli attivisti che vogliono lasciare il Paese. Abbiamo evacuato finora circa 1.600 civili afghani, nostri ex collaboratori e loro familiari. Il piano è di trasferirne in Italia circa 2.500″ ha detto il responsabile della Farnesina.
“La domanda di accoglienza di rifugiati e migranti di provenienza afghana è destinata ad aumentare. È necessario ed urgente mettere a punto insieme all’Unione Europea una risposta comune, in raccordo con i partner della regione”, ha affermato Di Maio, aggiungendo che “l’Italia si sta battendo affinché sia garantito alle organizzazioni internazionali pieno accesso umanitario al Paese”.
Il terrorismo “non deve tornare ad annidarsi in Afghanistan. Sarà fondamentale, in tal senso, che la comunità internazionale eserciti anche un’azione rafforzata di contrasto ai traffici di droga e per l’eliminazione della produzione di oppio in Afghanistan. Dovremo costruire alleanze e coinvolgere una pluralità di Paesi attorno a questi obiettivi comuni: specie quelli della regione, che condividono questa preoccupazione, oltre a Russia e Cina, attori imprescindibili in questo scenario” ha analizzato il ministro nel suo intervento.
“L’Afghanistan negli ultimi venti anni ha rappresentato una delle principali sfide per il sistema multilaterale – ha sottolineato -. Nonostante 20 anni di presenza e investimento nel Paese da parte di una vasta coalizione internazionale, dell’Onu, di NATO e Ue, il collasso repentino del governo afghano e delle sue istituzioni – collasso sfuggito alle capacità di previsione della comunità internazionale – ci pone di fronte ad uno scenario drammatico. Un dramma rispetto al quale dovremo interrogarci, per capire gli errori commessi dall’Occidente e dall’intera comunità internazionale”.