Di Maio in Algeria, scatta il piano B per il gas: a che punto sono le trattative
La situazione del gas in Italia alla luce della guerra tra Russia e Ucraina: come è andato il viaggio di Di Maio ad Algeri e qual è il piano italiano
La guerra in Ucraina rischia di avere ripercussioni importanti anche sulla dotazione di gas dell’Italia. Per far fronte a questo pericolo, il Consiglio dei Ministri, nel pomeriggio di lunedì 28 febbraio, ha approvato all’unanimità il decreto legge sulle misure urgenti per la crisi in Ucraina, che prevede anche una norma specifica relativa all’utilizzo di misure per aumentare l’offerta o la riduzione della domanda di gas in casi di emergenza.
Allo stesso scopo, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è volato ad Algeri per rafforzare la collaborazione Italia-Algeria in ambito economico ed energetico.
Di Maio ad Algeri: l’annuncio del ministro degli Esteri
Intervistato dal ‘Tg1’ nella serata di lunedì, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha parlato del suo viaggio ad Algeri assieme all’amministratore delegato dell’Eni Descalzi. In Algeria, Di Maio ha incontrato il presidente e il ministro degli Esteri.
Queste le sue parole: ”So che ci sono tante preoccupazioni per gli effetti di questa guerra sull’economia italiana”. Sull’asse Italia-Algeria ha detto: “La nostra partnership diventerà più forte sia nel breve termine, sia nel medio e lungo termine”.
Ancora Di Maio: “Non perderemo un solo minuto per contrastare gli effetti economici di questa guerra. La visita in Algeria è un primo passo. Nei prossimi giorni mi recherò in altri Paesi per costruire partnership energetiche per fronteggiare le minacce generate da questo conflitto scatenato da Putin”.
Di Maio ad Algeri.
Gas, gli aiuti dell’Algeria all’Italia
Secondo fonti dell’agenzia di stampa Nova, l’Algeria avrebbe dato la disponibilità a fornire per l’Italia gas aggiunto nel breve, medio e lungo termine. La società Sonatrach avrebbe “accolto favorevolmente” la richiesta dell’Italia di aumentare le esportazioni di gas algerino vero il nostro Paese e invierebbe gas naturale liquefatto. Attraverso Transmed, Sonatrach arriverebbe ad inviare all’Italia circa 15-16 miliardi di metri cubi all’anno.
Guerra Ucraina e gas, il piano dell’Italia
A far chiarezza sulle intenzioni del governo italiano in materia di gas ci ha pensato il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso della sua informativa in Parlamento.
Il premier, all’indomani dell‘ok del Consiglio dei Ministri al decreto legge, ha spiegato: “Il governo è inoltre al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche. Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas, ma è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni“.
Draghi ha poi aggiunto: “La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell’immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità”.
La spiegazione del presidente del Consiglio: “L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. Nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe comportare problemi. L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione”.
Per diversificare le fonti di energia, ha sottolineato Draghi, “dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili. Dobbiamo continuare a semplificare le procedure per i progetti onshore e offshore, come stiamo già facendo, e investire sullo sviluppo del biometano. Il gas rimane un utile combustibile di transizione. Dobbiamo ragionare su un aumento della nostra capacità di rigassificazione e su un possibile raddoppio della capacità del gasdotto Tap”.