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Di Maio - Conte, dopo le dimissioni dal comitato M5s è rischio scissione? Cosa succede e perché si litiga

Cosa vuole fare Conte e cosa vuole fare Di Maio, la situazione del Movimento ulteriormente complicata dalla decisione sul presidente dei magistrati

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il culmine delle tensioni degli ultimi giorni è consistito nelle dimissioni di Luigi Di Maio dal comitato di garanzia del Movimento Cinque Stelle. La mossa è stata ufficializzata dal ministro degli Esteri con una lettera pubblicata su Facebook indirizzata al reggente Giuseppe Conte e al fondatore e garante Beppe Grillo.

“Continuo a pensare che sia fondamentale confrontarsi dentro il MoVimento – ha scritto Di Maio – perché il MoVimento è casa nostra, ed è fondamentale ascoltare le tante voci esistenti, e mai reprimerle. Io sarò tra le voci che sono pronte a sostenere il nuovo corso, mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa andrebbe migliorato”. Fuori dalle righe, il capo della Farnesina lascia in questo modo intendere di volersi tenere le mani libere, quindi svestirsi di cariche importanti all’interno del partito, per fare opposizione interna.

Il comitato di garanzia sovrintende alla corretta applicazione del regolamento e dello statuto dei pentastellati, inoltre può sfiduciare il presidente (Conte) con voto unanime: composto da tre membri, ne conta adesso soltanto due, l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente della Camera Roberto Fico.

La situazione si è complicata ulteriormente dopo che Giuseppe Conte è decaduto da leader del Movimento 5 Stelle. Come confermato dall’avvocato Lorenzo Borrè, legale che ha sostenuto il ricorso di 3 militanti M5S, “il Tribunale Civile di Napoli, in sede di reclamo, ha disposto la sospensione dell’efficacia delle votazioni con cui nell’agosto 2021 è stato modificato lo statuto del Movimento 5 stelle e anche l’elezione di Giuseppe Conte alla presidenza, carica prevista dallo stesso statuto”.

Al momento non sono chiare le ricadute della decisione del tribunale, salvo il fatto che alla guida del Movimento a questo punto torna Grillo. Ma la scelta dei giudici potrebbe aggravare una situazione, nell’M5s, già piuttosto turbolenta.

Conte – Di Maio, lo scambio di accuse: le frasi del ministro degli Esteri contro il presidente e le risposte dell’ex premier

“Tutti avranno notato che in questi giorni il dibattito interno è degenerato – continua Di Maio nell’annuncio delle dimissioni comparso sui social – si è iniziato a parlare di scissioni, processi, gogne. Si è provato a colpire e screditare la mia persona. Mi ha sorpreso, anche perché è proprio il nuovo statuto del MoVimento che mette l’accento sul rispetto della persona”.

Altrettanto dura la risposta del Movimento: “Non permetteremo che i nostri impegni siano compromessi da percorsi divisivi e personali”. Il partito parla anche di “tattiche di logoramento che minano l’unità”, per poi concludere esprimendo sostegno al limite dei due mandati.

Il presidente del Movimento, Giuseppe Conte
Il presidente del Movimento, Giuseppe Conte.

Nei giorni scorsi i toni erano stati altrettanto affilati. Il clima è stato sintetizzato, da una fonte anonima del Fatto Quotidiano, con queste parole: “Alla resa dei conti si arriverà in fretta”.

“All’interno del Movimento 5 Stelle serve aprire una riflessione politica interna”, aveva di recente dichiarato Di Maio ai giornalisti. “Se Di Maio parla di fallimento, se Di Maio ha delle posizioni”, aveva quindi ribattuto Conte domenica, “ci chiarirà i suoi comportamenti”. Tra i due il dissidio non è soltanto politico ma personale e la situazione sembra così fuori controllo che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha offerto a Di Maio un posto nel suo partito di centrodestra Coraggio Italia, proprio in vista di una scissione che viene a questo punto considerata possibile.

Resa dei conti nell’M5s, la rielezione di Mattarella ha esasperato le tensioni nel Movimento: cosa è successo

Soprattutto dai giorni successivi alla rielezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica, i retroscena politici sui giornali hanno cominciato a descrivere una situazione ai ferri corti tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Si tratta delle due figure maggiormente di spicco all’interno del Movimento Cinque Stelle. Il partito è uscito con le ossa rotte dalla partita del Quirinale – un po’ come il centrodestra come area politica, da quando Matteo Salvini, il leader della Lega, ha giocato una partita diversa da quella di Giorgia Meloni, a capo di Fratelli d’Italia, nella scelta della prima carica dello Stato.

Nei concitati giorni della trattativa per il Pdr, l’accordo tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini sembrava essere andato in porto nel segno di Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ma l’intesa è stata mandata all’aria da alcune durissime dichiarazioni del ministro degli Esteri: “Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso – queste le parole di Di Maio – lo avevo detto ieri: prima di bruciare nomi bisognava trovare l’accordo della maggioranza di governo. Tutto ciò, inoltre, dopo che oggi è stata esposta la seconda carica dello Stato. Così non va bene, non è il metodo giusto”.

La questione di metodo, secondo le interpretazioni dei cronisti politici, nascondeva in realtà un tentativo (riuscito) di evitare che Conte si potesse intestare una vittoria politica. Allo stesso tempo, Di Maio stava in questo modo cercando di evitare che un accordo trovato dal M5s (che poteva contare sul maggior numero di grandi elettori) e Lega, senza Pd e gli altri partiti della maggioranza, potesse portare a elezioni anticipate.

Le tensioni sono poi diventate manifeste con le dichiarazioni degli scorsi giorni.

Crisi Movimento, cosa vuole Conte: il ritorno alle origini dei Cinque Stelle e lo scenario di elezioni anticipate

Conte vuole assumere la guida del Movimento. Attualmente infatti, l’ex presidente del Consiglio non può avvantaggiarsi di una simile posizione, come ha dimostrato quanto successo nei giorni della rielezione di Mattarella: in effetti, Conte ha trovato con il leader leghista un accordo che non era in grado di rispettare.

Per farlo, starebbe tentando un riavvicinamento alla componente più radicale dei pentastellati, quella che ha avuto un riferimento ideologico extra parlamentare nell’ex figura di spicco del partito Alessandro Di Battista.

Con questi ultimi, Conte avrebbe anche valutato di passare all’opposizione del governo presieduto da Mario Draghi e appoggiato anche dal Movimento Cinque Stelle. E se anche si andasse a elezioni anticipate, Conte non disdegnerebbe un simile scenario. Le urne nel 2022 sarebbero infatti l’occasione per l’attuale reggente di compilare le liste personalmente, accrescendo la propria influenza sul partito.

Cosa succede nel M5s, cosa vuole fare Di Maio: il ministro per un partito moderato e istituzionale

Rispetto a Conte, Di Maio sembrerebbe remare in una direzione completamente opposta: saldamente all’interno della maggioranza, la componente parlamentare che fa riferimento al ministro degli Esteri (conterebbe una decina di membri dell’Assemblea) auspica un Movimento Cinque Stelle moderato e istituzionale, in contrapposizione al ritorno alle origini della visione contiana. Di Maio inoltre vorrebbe sostituire Conte al timone del partito.

Come si evolverà la situazione? Le dimissioni di Di Maio sono state un gesto eloquente: il ministro degli Esteri sta creando una propria corrente nel partito di cui è presidente Conte, che sostiene fermamente che nell’M5s di correnti non ce ne dovrebbero essere.

Sondaggi politici, chi sale e chi scende tra Lega, Pd, FdI e M5S dopo la rielezione di Mattarella Fonte foto: ANSA
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