Tragedia nel carcere di Salerno: omicidio tra detenuti
L’omicidio si è verificato nella cella condivisa dai due detenuti, con la lite che è rapidamente degenerata. La vittima, un magrebino di 30 anni, è stato colpito mortalmente con una lametta ricavata da una lama bic dal suo connazionale di 24 anni.
Quest’ultimo, che era in attesa di giudizio, ha assalito il suo compagno dopo un’accesa discussione, i cui motivi rimangono ancora poco chiari. Secondo quanto riferito dall’Ansa, la vittima era affetta da problemi di deambulazione ed era assistita dall’aggressore.
Foto di repertorio
Omicidio nel carcere di Salerno: chi era la vittima
Il detenuto magrebino, ucciso dal connazionale nel carcere di Salerno, risiedeva in Umbria, in provincia di Perugia, nello stesso paese della madre. Aveva precedenti per spaccio e rapina e avrebbe terminato di scontare la sua pena nel 2026.
A seguito dell’aggressione, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale “Ruggi”, ma i tentativi di salvarlo sono stati vani: è deceduto dopo una notte di agonia.
Le reazioni dei sindacati
L’omicidio avvenuto nel carcere di Salerno ha scatenato una dura reazione da parte del sindacato di polizia penitenziaria Uspp, che ha criticato la gestione delle carceri campane.
“In questo marasma generale – sottolineano i segretari Auricchio e Del Sorbo – a farne le spese sono i poliziotti penitenziari, lasciati soli, in un silenzio assordante, senza strumenti idonei”.
Entrambi hanno messo in luce il grave stato di abbandono della struttura, la carenza di personale e il sovraffollamento del carcere di Salerno, che ha il tasso più elevato nella Regione.
Sulla questione è intervenuto anche il segretario regionale del Sappe, Tiziana Guacci: “È l’ennesimo episodio gravissimo di violenza presso gli istituti campani”.
Infine ha ribadito che il sindacato “da tempo denuncia lo stato di abbandono delle carceri in Campania” dove “si continua ad assistere a continue aggressioni non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alla popolazione detenuta”