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Detenuto si fa arrestare e torna in carcere perché preferisce non lavorare: la storia di Filippo Di Benedetto

L'uomo di 38 anni ha preferito tornare in carcere invece di continuare i lavori socialmente utili nella cooperativa di manutenzione del verde

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Si è fatto arrestare per tornare in carcere ed evitare i lavori socialmente utili. È la storia di Filippo Di Benedetto, un uomo di 38 anni di Seregno (in provincia di Monza) che ha preferito tornare in carcere dopo aver ottenuto la misura alternativa dell’affidamento in prova ai lavori socialmente utili. Nel 2020 l’uomo era stato condannato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Nell’incidente, avvenuto l’anno prima, perse la vita un ragazzo di 22 anni.

Perché Filippo Di Benedetto preferisce il carcere ai lavori socialmente utili

La notizia è stata riportata dal quotidiano Il Corriere della Sera. Secondo quando apparso sulle colonne del giornale, Filippo Di Benedetto si sarebbe sottratto ai lavori socialmente utili perché troppo faticosi.

Il 38enne, infatti, si sarebbe fatto arrestare dai carabinieri di Besana Brianza per poter tornare in carcere. L’uomo stava scontando una pena di sette anni e quattro mesi per omicidio stradale e omissione di soccorso per aver investito nel 2019 un ragazzo su viale Valassina, a Monza.

Rifiuta i lavori socialmente utili per tornare in carcereFonte foto: Tuttocittà.it
Il tratto di strada della Valassina, la strada di Monza, in cui avvenne l’omicidio stradale nel 2019

Da poco, tuttavia, era stato ammesso alla misura alternativa alla detenzione dei lavori socialmente utili. Nello specifico, Di Benedetto era stato assegnato a una cooperativa che si occupa di pulizia e manutenzione del verde pubblico.

Ma, a quanto pare, il lavoro richiesto era troppo faticoso. Così, ha deciso di tornare in carcere.

La condanna per omicidio stradale

La condanna per omicidio stradale è stata pronunciata nel 2020 in seguito alla morte di un 22enne.

Era il 17 maggio 2019, infatti, quando Di Benedetto avrebbe investito e ucciso Chetra Sponsello, ragazzo di origini cambogiane che viveva con la famiglia adottiva a Civate, in provincia di Lecco.

Dalle indagini è emerso che Filippo Di Benedetto avrebbe travolto il ragazzo che era sceso dalla sua auto in seguito a un tamponamento. In quel momento però, il giovane sarebbe stato investito dall’auto guidata dal 38enne.

Successivamente si sarebbe appurato non solo che Di Benedetto non aveva la patente, ma anche che stava viaggiando ad alta velocità e in stato di ebrezza.

Inoltre, l’uomo non si sarebbe fermato a prestare soccorso: circostanza aggravante per il reato di omicidio stradale.

Cosa sono i lavori socialmente utili

Recentemente si è molto discusso di lavori socialmente utili proposti dal ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara per punire gli studenti violenti.

In realtà, secondo l’ordinamento italiano, i lavori socialmente utili rappresentano una sanzione penale sostitutiva che consiste nel prestare la propria attività per lavori utili alla collettività.

Inizialmente la misura era applicabile solo ai reati di competenza del giudice di pace, ma successivamente è stata estesa a diverse fattispecie.

Tra queste vi rientrano i casi di violazione del codice della strada oppure le ipotesi di sospensione del processo con relativa messa alla prova del responsabile.

preferisce-il-carcere-ai-lavori-socialmente-utili Fonte foto: istockphoto
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