Detenuto morto a Marassi nel carcere di Genova: "Volto fracassato", sarebbe stato ucciso dal compagno di cella
L’uomo sarebbe stato colpito dal suo compagno di cella, che lo avrebbe aggredito con un oggetto contundente mentre dormiva. Da chiarire il movente
Un detenuto è stato assassinato dal suo compagno di cella nel carcere di Marassi. L’uomo sarebbe stato aggredito nel sonno, assalito con un oggetto contundente come uno sgabello o la gamba di un tavolo. Sulla vicenda indaga la questura, mentre crescono le voci di protesta dei sindacati.
L’omicidio in cella
L’uomo ucciso mentre dormiva nella propria cella del carcere di Marassi, a Genova, si chiamava Roberto Molinari e aveva 58 anni. È quanto si apprende dalle ultime notizie inerenti l’ennesimo caso di violenza registrato nelle carceri italiane.
L’omicidio sarebbe stato scoperto dagli agenti di polizia penitenziaria, che avrebbero trovato l’uomo già privo di vita, con evidenti tumefazioni sul volto e sul capo. Una violenza che fin dal primo momento ha fatto ricadere i sospetti sul compagno di cella di Molinari, un uomo di 48 anni, anch’esso italiano.
La targa posta all’ingresso della casa circondariale di Genova “Marassi”, nel quale, secondo i dati del ministero della Giustizia, sono rinchiusi 694 detenuti, a fronte di 532 posti disponibili
La vittima, colpita mentre dormiva e impossibilitata a difendersi, era un uomo senza fissa dimora finito in carcere per un cumulo di condanne per piccoli reati.
Un omicidio ancora senza movente
Sulla vicenda sta già indagando la squadra mobile della Questura, mentre sul posto si sono recati già, oltre al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, anche un magistrato e la polizia scientifica. La polizia penitenziaria starebbe anche raccogliendo diverse testimonianze di alcuni detenuti.
Il recluso sospettato dell’omicidio è stato intanto sottoposto a misura cautelare per resistenza a pubblico ufficiale. Ancora da chiarire il movente che avrebbe spinto l’uomo a togliere la vita al suo compagno di cella.
La denuncia di quanto accaduto è arrivata da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che in un comunicato stampa ha ricordato che “il morto di oggi si unisce ai 51 suicidi e ai 64 decessi per altre cause già avvenuti nel corso del 2023, portando il lungo bollettino dei defunti a quota 116”.
Le difficili condizioni nelle carceri italiane
“Dopo quello del giugno scorso al carcere di Velletri, se confermato, si tratta del secondo omicidio nelle nostre carceri – chiarisce De Fazio – che per il dettato costituzionale dovrebbero rappresentare il tempio delle regole e della risocializzazione, ma che evidentemente si confermano palestre del crimine”.
Per il sindacalista, quello verificatosi è solo l’ennesimo episodio che “acclara la perdurante emergenza penitenziaria, sotto gli occhi di tutti tranne che del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del Governo Meloni, fatta di sovraffollamento detentivo, insufficienza degli organici del personale, inadeguatezza di tecnologie ed equipaggiamenti e disorganizzazione imperante”.
Per De Fazio è necessario “fermare la carneficina”, con un decreto legge che possa mettere in sicurezza le carceri, intervenendo su più aspetti: “Deflazionare la densità detentiva, prevedere immediate assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, potenziare gli equipaggiamenti e le strumentazioni e dare impulso a una riorganizzazione complessiva dell’intero apparato d’esecuzione penale, a cominciare da quello inframurario”.