Detenuto evaso dal carcere di Teramo forse aiutato dall'esterno con un drone: fuga scoperta dopo diverse ore
Sono partite da questa notte le ricerche per il detenuto evaso dal penitenziario abruzzese. Ipotesi aiuti ricevuti dall'esterno con un drone
Nella notte fra domenica 24 e lunedì 25 settembre un detenuto di origini albanesi è riuscito a evadere dalla casa circondariale di Teramo, mettendo in luce l’ennesimo vulnus del sistema carcerario italiano. Gli sviluppi di questa incredibile fuga, avvenuta con un presunto coinvolgimento di un drone, destano grande preoccupazione tra i sindacati di categoria, a pochi giorni dai drammatici fatti di Milano. Mentre le ricerche del fuggitivo sono in corso, l’episodio ha così riportato in evidenza le lacune dei penitenziari italiani, fra carenze di personale, mancanza di tecnologie adeguate e la sempre crescente densità detentiva.
Chi è l’evaso
A confermare il caso di evasione del detenuto albanese, il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio. Il soggetto, con una pena considerevole da scontare, sembrerebbe aver utilizzato un metodo insolito per evadere.
De Fazio ha dichiarato che il detenuto potrebbe aver tagliato le sbarre della finestra della sua cella al terzo piano e aver usato una corda per calarsi e fuggire.
Il detenuto, di origini albanesi, è evaso dal carcere di Castrogno a Teramo
Emergenza penitenziaria
Il segretario sindacale ha sottolineato la necessità di interventi urgenti per affrontare l’emergenza penitenziaria in Italia.
“Serve immediatamente un decreto carceri” ha sottolineato De Fazio “che, con procedure accelerate, consenta urgentissime assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, la dotazione di adeguati equipaggiamenti e tecnologie e il deflazionamento della densità detentiva”.
“Parallelamente” ha proseguito “un legge delega per riforme complessive e strutturali del sistema d’esecuzione penale, particolarmente quello inframurario, che reingegnerizzino il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e riorganizzino il Corpo di polizia penitenziaria”.
L’uso del drone
L’aspetto singolare di questo caso di evasione è l’ipotesi dell’utilizzo di un drone per consegnare strumenti utili al detenuto albanese che era in procinto di darsi alla fuga.
Secondo Gino Ciampa della Fp Cgil polizia penitenziaria per l’Abruzzo, le registrazioni delle telecamere del penitenziario di Teramo sono al vaglio per capire meglio la dinamica della fuga. “Dalle prime analisi” ha dichiarato “potrebbe essere stata fondamentale la consegna di strumenti con un drone”.
“Se fosse confermata la versione che vede l’utilizzo di un drone per l’evasione di questa notte, ci troveremmo di fronte ancora una volta alla prova evidente del ritardo tecnologico con cui la polizia penitenziaria è costretta a lavorare per garantire la sicurezza delle carceri italiane” ha sostenuto Mirko Manna, segretario nazionale Fp Cgil polizia penitenziaria.
L’evasione a Milano
Il caso di Teramo segue di pochi giorni l’eclatante episodio avvenuto a Milano, con il detenuto riuscito a fuggire dall’ospedale San Paolo dove era stato ricoverato d’urgenza.
Contrariamente a quanto accaduto in Abruzzo, l’evasione ha causato il grave ferimento di una persona, il poliziotto Carmine De Rosa, di 28 anni. L’agente è finito in coma con trauma cranico e gravi lesioni alle vertebre: sottoposto a diversi interventi chirurgici, le sue condizioni restano critiche.