Denuncia sulle torture di Almasri, furia opposizioni contro Meloni: perché il Parlamento è pronto a fermarsi
Le opposizioni chiedono a Meloni di riferire in Parlamento sul caso Almasri. La denuncia di una vittima e le tensioni in Aula bloccano i lavori
La denuncia sulle torture di Almasri ha scatenato un’ondata di proteste in Parlamento. Le opposizioni, dal Movimento 5 Stelle al Pd, chiedono che la premier Giorgia Meloni riferisca immediatamente in Aula sul caso del comandante libico, accusato di crimini di guerra e rilasciato con un volo di Stato. L’esecutivo è sotto accusa per presunto favoreggiamento e peculato, dopo la notifica degli avvisi di garanzia a Meloni, ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano.
- Le torture di Almasri bloccano il Parlamento
- La denuncia di Lam Magok Biel Ruei
- Meloni e l’avviso di garanzia
Le torture di Almasri bloccano il Parlamento
Come riporta Ansa, la tensione è esplosa dopo la decisione dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi di non presentarsi in Aula per l’attesa informativa. Le opposizioni hanno reagito con fermezza, dichiarando la loro indisponibilità a riprendere i lavori parlamentari finché Meloni non fornirà chiarimenti.
Il leader del M5s Giuseppe Conte è stato il primo a intervenire: “Giorgia Meloni deve spiegare al Paese perché ha permesso il rientro in patria di un criminale internazionale accusato di torture, stupri e crimini contro l’umanità”.
Fonte foto: ANSA
Lam Magok Biel Ruei
Anche la capogruppo del Pd Chiara Braga ha ribadito: “Non siamo disposti a riprendere i lavori finché non ci sarà una risposta adeguata”.
Nel frattempo, i deputati del M5s hanno attuato una strategia di ostruzionismo parlamentare, iscrivendosi in massa a parlare durante la discussione del decreto legge cultura, utilizzando ogni intervento per riportare l’attenzione sul caso Almasri.
La denuncia di Lam Magok Biel Ruei
La denuncia contro Meloni, Nordio e Piantedosi arriva anche dall’attivista sudanese Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle torture inflitte da Almasri. Assistito dall’avvocato Francesco Romeo, Ruei ha presentato l’atto presso la Procura di Roma, accusando il governo di aver favorito la fuga del criminale libico, impedendo così che fosse processato.
Nella denuncia si evidenzia che l’Italia era a conoscenza del mandato di cattura internazionale e che avrebbe chiesto alla Corte Penale Internazionale di non commentare pubblicamente l’arresto, segno del coinvolgimento consapevole delle autorità italiane.
Ruei ha dichiarato: “Il governo italiano mi ha reso vittima due volte: prima per le violenze subite e ora per aver vanificato la possibilità di ottenere giustizia”.
Meloni e l’avviso di garanzia
Giorgia Meloni ha reagito alle accuse attraverso un video pubblicato sui social, confermando di aver ricevuto l’avviso di garanzia ma difendendo l’operato del suo governo. La premier ha criticato alcuni magistrati, accusandoli di voler influenzare le decisioni politiche e affermando: “Ci attaccano, ma il sostegno degli italiani è solido”.
Il caso Almasri ha comunque sollevato dubbi anche tra i moderati. Il Parlamento potrebbe restare paralizzato finché non ci saranno spiegazioni dettagliate sul motivo per cui un uomo accusato di crimini contro l’umanità sia stato rimpatriato in tutta fretta.
