Denuncia di Eva Kaili sul Qatargate a Quarta Repubblica: accuse dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo
L'ex vicepresidente del Parlamento Eu Eva Kaili ha rilasciato un'intervista a "Quarta Repubblica", parlando delle sue vicende dopo il caso Qatargate
A più di un anno di distanza dallo scoppio del Qatargate, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili ha rotto il silenzio sulle sue vicende giudiziarie in un’intervista a “Quarta Repubblica” (Rete 4), andata in onda nella serata di lunedì 15 gennaio.
Eva Kaili a Quarta Repubblica
“Credo in questa indagine ci siano state delle palesi violazioni della legge europea, mancano del tutto la presunzione di innocenza e l’imparzialità dei magistrati – ha raccontato Kaili nell’intervista realizzata dal programma condotto da Nicola Porro -. Sono emersi legami dei giudici con la massoneria, conflitti di interesse, non ci sono state le garanzie che esistono in Italia”.
Accusata dalla procura di Bruxelles insieme all’italiano Antonio Panzeri e altri di essere al centro di una presunta corruzione da parte del Qatar, l’ex eurodeputata greca ha trascorso 6 mesi di detenzione tra carcere e arresti domiciliari.
“Qui c’è stata e c’è solo la presunzione di colpevolezza. Dimostrerò la mia innocenza, non ci sono prove delle accuse che mi rivolgono. Hanno usato me per creare un caso politico“, ha aggiunto. Con lei, era stato indagato anche il compagno italiano Francesco Giorgi.
Sul carcere preventivo
“È inaccettabile che tali violazioni dei diritti accadano nel cuore dell’Europa”, ha detto in riferimento all’applicazione del carcere preventivo nei suoi confronti.
Kaili ha poi spiegato di aver chiesto di essere sentita al Parlamento europeo, cosa che tuttavia non è ancora stata possibile. “Credo che sia giusto che i cittadini sappiano cosa è accaduto prima delle elezioni europee, prima di andare a votare”.
Sull’accordo di pentimento firmato da Panzeri
A seguire, a proposito dell’accordo di pentimento firmato da Antonio Panzeri (di area PSE), Kaili ha accusato: “Da quel momento ha iniziato a mentire facendo anche il mio nome”.
Secondo la donna, Panzeri avrebbe accettato l’accordo in cambio della liberazione della moglie e della figlia. “Le nostre famiglie sono state usate contro di noi. Per farmi pressione i primi giorni mi hanno detto che mi figlia sarebbe stata affidata ai servizi sociali. Per portarmi a confessare qualcosa che non ho commesso”, ha poi aggiunto.
Non è mancato, infine, un commento a proposito dell‘ex giudice istruttore del Qatargate Michel Claise, prossimo candidato alle elezioni in Belgio: “Penso che di fronte a tutto questo, a un magistrato che ha dimostrato di avere delle ambizioni politiche, che si è dovuto ritirare per un conflitto di interesse e che ha condotto tutto il caso in questo modo, si debbano sollevare in tutti i cittadini delle serie domande su tutta l’inchiesta Qatargate”.