Decreto liste d'attesa approvato alla Camera diventa legge: cosa cambia adesso per i pazienti
Approvato dalla Camera il decreto sulle liste di attesa: ecco cosa sapere sulla nuova legge che disciplina i tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie
Il decreto liste d’attesa è legge. Il testo, già approvato dal Senato, ha ricevuto il via libera definitivo dalla camera con 171 voti favorevoli e 122 contrari. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, l’istituzione presso l’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) di una piattaforma nazionale che monitori i tempi di erogazione delle prestazioni.
- Via libera al decreto liste d'attesa: cosa prevede
- Il report di Cittadinanzattiva sui tempi di attesa
Via libera al decreto liste d’attesa: cosa prevede
Tra le prime novità introdotte dal decreto liste d’attesa c’è l’istituzione presso l’Agenas di una piattaforma con cui il ministero della Salute terrà sotto controllo i tempi con cui verranno erogate le prestazioni sanitarie in ogni Regione.
Come sottolineato da Ansa, tali prestazioni dovranno essere garantite anche tramite centri accreditati o convenzionati. Le visite diagnostiche e specialistiche verranno ampliate nei weekend e negli orari, con l’introduzione di un Cup unico regionale o intraregionale.
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Inoltre, la legge prevede una modalità per superare il tetto di spesa per nuove assunzioni di personale sanitario a partire dal 2025 e una flat tax del 15% per le ore straordinarie dei professionisti coinvolti nella riduzione delle liste d’attesa.
Giorgia Meloni definisce le misure come “ulteriori passi avanti per garantire il diritto alla salute dei cittadini“. In un post su X, la Presidente del Consiglio ha aggiunto: “Siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, ma siamo certi che la direzione intrapresa per costruire una sanità più efficiente e più vicina ai bisogni dei cittadini sia quella giusta”.
Il report di Cittadinanzattiva sui tempi di attesa
Nel giorno dell’approvazione del decreto, è emersa anche l’indagine di Cittadinanzattiva sui tempi di attesa per le prestazioni sanitarie in Italia, condotta nella seconda metà di giugno.
Il report si concentra su sei prestazioni specifiche: prima visita cardiologica, prima visita pneumologica, prima visita ginecologica, prima visita oncologica, ecografia addome completo e mammografia.
Dall’indagine risulta che la situazione varia molto tra le diverse ASL, con aggiornamenti disomogenei e metodi di reporting differenti. Solo 9 delle 20 regioni aggiornano regolarmente i tempi di attesa online, mentre il Molise fornisce dati solo fino al 2023.
I tempi di attesa sono estremamente variabili, con casi limite come 498 giorni per un’ecografia addome in Friuli e 427 giorni per una visita cardiologica in Liguria. Anche all’interno delle stesse Regioni si osservano significative differenze di performance tra le ASL.
Inoltre, i tempi di attesa per contattare telefonicamente gli operatori dei CUP sono generalmente brevi, con la regione Lazio che offre il miglior servizio con poco più di 2 minuti di attesa. Al contrario, altre aree, come l’ASL di Genova, registrano tempi di attesa fino a 18 minuti.
