Vertice sui decreti Salvini, la decisione del governo
La maggioranza si è riunita a Palazzo Chigi per discutere sul da farsi sui decreti sicurezza ed immigrazione
È durato quasi tre ore il vertice della maggioranza a Palazzo Chigi, occasione per parlare dei decreti sicurezza ed immigrazione emanati dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Dopo una lunga riunione, che ha visto diversi accenti posti da parte degli esponenti della maggioranza presenti, stando a quanto riportato da Ansa si è registrata una condivisione di massima sull’esigenza di riscrivere i decreti Salvini, in base alle criticità che hanno provocato.
Manca ancora un testo, ma secondo quanto trapela il tavolo si riunirà nuovamente per lavorare alle misure da inserire. Alla riunione, presieduta dal premier Giuseppe Conte, hanno partecipato i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e quello della Difesa Lorenzo Guerini, il capo politico del M5s, nonché viceministro dell’Interno, Vito Crimi, insieme all’altro viceministro Matteo Mauri (Pd).
Sul tavolo, come sottolineato da Ansa, non si è materializzato un testo bel delineato, ma si sono raccolte le opinioni e le proposte dei vari esponenti. Ora ci saranno altre riunioni e si lavorerà per metterle nero su bianco.
Lamorgese ha da tempo messo al lavoro l’ufficio legislativo del Viminale per predisporre una bozza di provvedimento che può essere minimale, intervenendo solo sui punti dei decreti finiti nel mirino del Quirinale, oppure più larga disegnando una riforma più complessiva del dossier immigrazione.
Serve un accordo politico tra le forze della maggioranza che hanno sensibilità molto diverse sul tema, come si visto anche oggi a Palazzo Chigi. Si va infatti da Leu che auspica la cancellazione netta dei dl Salvini, ai 5s che invece sono per un approccio più cauto. Anche il Pd chiede un segnale netto di discontinuità.
Dl Salvini, su cosa è d’accordo il governo
I punti su cui si può registrare un consenso all’interno della maggioranza sono la cancellazione della maxi-multa da un milione di euro alle navi che violano il divieto di ingresso nelle acque italiane, tornando alle multe da 10mila a 50mila euro; via anche la confisca della nave “rea” di non aver rispettato il divieto.
E ancora l’ampliamento della tipologia dei permessi speciali per frenare la netta crescita del numero di regolari determinata dalla cancellazione della protezione umanitaria operata dal primo decreto Salvini e l’ok anche al ripristino della discrezionalità del magistrato chiamato a decidere la tenuità o meno dei reati di oltraggio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Sul resto ci sono posizioni più massimaliste ed altre più caute. Conte e Lamorgese hanno cercato una mediazione. Da parte degli esponenti di Iv e Leu c’è stata anche la richiesta di rivedere gli accordi con la Libia. Sul punto però, Conte ha rimandato ad un’altra sede.
Il viceministro dell’interno Mauri, uscendo dalla riunione, ha spiegato che sono stati “fatti passi avanti e abbiamo condiviso alcuni obiettivi, valutando come questi decreti abbiano prodotto obiettivamente più irregolarità. Abbiamo deciso di dividere la parte più legata alla sicurezza e quella legata all’immigrazione ed abbiamo riflettuto, con qualche accento diverso, ma assolutamente riconducibile all’unità, su quali possono essere gli interventi da fare”.