Deborah Vanini morta per salvare la bimba che aveva in grembo, parla il compagno: "Avrei voluto ammalarmi io"
Deborah Vanini ha scelto di rinunciare alle cure contro il tumore per far nascere la figlia. Il compagno racconta il dolore e la forza per Megan
Massimo Chinaglia, compagno di Deborah Vanini, racconta il dolore della sua perdita. Deborah, 38 anni, ha scelto di salvare la figlia rinunciando a curarsi per un tumore scoperto il giorno stesso in cui aveva saputo di essere incinta. Ora Massimo affronta la vita senza di lei, cercando di essere forte per Megan.
Il ricordo di Deborah dopo i funerali
“Deborah metteva sempre gli altri al primo posto – racconta Massimo Chinaglia – Lo ha fatto anche per nostra figlia. Ha scelto di proteggerla piuttosto che curarsi. Abbiamo passato notti a piangere. Lei aveva paura, ma non ha mai avuto un dubbio sulla sua scelta”. Così il compagno di Deborah Vanini ricorda la difficile scoperta, ma anche la decisione della donna.
Massimo, 41 anni, vive ora nella sua cameretta d’infanzia, dove è circondato dall’amore dei genitori. “Non potevo stare nella casa che ho costruito con Deborah. Lì tutto parla di lei. In quella casa avremmo dovuto crescere la nostra bambina insieme. Ora ho un vuoto che non posso spiegare. Ho perso il senso della vita”.
La donna, 38 anni, è ricordata con amore e dolore e il compagno, durante l’intervista, la definisce più volte un “angelo”.
La scelta: prima la bimba
Deborah aveva scoperto di essere incinta lo stesso giorno in cui i medici le avevano diagnosticato un tumore. Le terapie, purtroppo, non erano compatibili con la gravidanza, ma “lei non ha esitato un solo istante. Mi ha detto: ‘Facciamo nascere la nostra bambina, poi penserò a me’. Io l’ho sostenuta, ma quanto abbiamo pianto. Era piena di vita e di passioni. Non meritava tutto questo“, dice ancora Massimo.
La gravidanza, inoltre, non è stata facile e anche il parto ha avuto complicazioni. I due genitori si sono sentiti tranquilli solo un mese prima della nascita, quando è arrivata la conferma sulla buona salute della piccola. “Ricordo la visita al Buzzi il 13 agosto, quando ci hanno detto che la bambina stava bene. È stata un’emozione indescrivibile”.
Megan è nata il 18 settembre. “Non nascondo di avere ancora tanti dubbi. Mia figlia crescerà senza la sua mamma. Tante volte ho ripetuto che mi sarei dovuto ammalare io, che sarebbe stato meglio per Megan avere lei. Al funerale ho detto al sacerdote: Deborah era un angelo buono”.
Il futuro di Megan
Ora Massimo dedica tutte le sue forze alla piccola Megan, con il supporto dei nonni. “Non mi stacco da lei. Sono annientato, ma devo avere l’energia che aveva Deborah. I nonni sono eccezionali, ma io continuo a dire che dovranno esserlo ancora di più. Lei dovrà avere tutto”.
Per Megan ci sarà sempre il ricordo della mamma, ma senza farla sentire in colpa, spiega Massimo. “Le racconterò della sua meravigliosa mamma, ma saprà che Deborah non è morta a causa sua. Capirà di essere la figlia di una donna straordinaria, bella dentro e fuori, altruista e generosa. La mamma che tutti vorrebbero”.