Omotransfobia, sì del Senato alla "tagliola": reazioni di Zan e Fedez
Il Senato ha votato a favore della "tagliola", facendo arenare il ddl Zan: le reazioni da Alessandro Zan a Fedez e Matteo Salvini
Si ferma il ddl Zan. Il Senato ha votato a favore della cosiddetta ‘tagliola’, proposta da Lega e Fratelli d’Italia: i 154 sì, a fronte di 131 senatori contrari e 2 astenuti, fanno dunque saltare l’esame degli articoli ed emendamenti del disegno di legge, bloccandone l’iter.
La votazione è avvenuta a scrutinio segreto e l’esito è stato accolto da un applauso. Cosa succede adesso?
SONDAGGIO – L’Italia ha comunque bisogno di una legge contro l’omotransfobia?
Ddl Zan, sì del Senato alla “tagliola”: tutte le tappe
Il ddl Zan reca in sé misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere o disabilità.
Il provvedimento è stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020, dopodiché l’iter si era interrotto il 20 luglio 2021 per la pausa estiva.
La discussione è ripartita nella seconda metà di ottobre 2021, fino a quando la presidente Elisabetta Casellati, il 27 ottobre, ha dato il via libera in Aula al voto a scrutinio segreto sulla richiesta di stop all’esame degli articoli del disegno di legge (la cosiddetta ‘tagliola’), giudicando ammissibili “in base al regolamento e ai precedenti” le richieste di Lega e Fratelli d’Italia, a firma di Roberto Calderoli e Ignazio La Russa.
Ddl Zan, sì del Senato alla “tagliola”: si dimette deputato di Forza Italia
Tante le reazioni dopo il voto in Senato, in primis quella del leader della Lega, Matteo Salvini: “Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il ddl Zan. Ora ripartiamo dalle proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione”.
Netta la presa di posizione del deputato forzista Elio Vito, che ha inviato una lettera al presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, annunciando di lasciare gli incarichi interni al partito dopo che Forza Italia ha votato al Senato a favore della pregiudiziali sul ddl Zan che hanno bloccato l’iter della proposta di legge.
“Per coerenza con le mie convinzioni che mi portarono a votare a favore della proposta di legge alla Camera, quando pur nella posizione contraria del Gruppo, fu garantita comunque la possibilità di votare secondo coscienza, a malincuore rimetto l’incarico che mi hai affidato“, ha scritto Vito.
Omotransfobia, sì del Senato alla “tagliola”: reazioni di Zan e Fedez
“Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare”, ha scritto su Twitter il deputato del Pd, Alessandro Zan, promotore del ddl che porta il suo nome.
Su Instagram, invece, Fedez ha scritto: “Il ddl Zan è stato affossato, l’Italia continuerà a essere uno degli ultimi Paesi europei senza una legge contro l’omostransfobia. Bravi tutti”. Il rapper ha pubblicato una foto di Matteo Salvini e Giorgia Meloni abbracciati e la bandiera arcobaleno.
Ddl Zan, l’appello dell’Arcigay prima della discussione in Senato
A nulla è valso quindi l’appello di Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay, che prima dell’inizio della discussione aveva chiesto alle forze politiche che avevano approvato il testo alla Camera (M5S, Pd, Italia Viva, Liberi e Uguali) di votare compatte “per consentire alla legge di proseguire il suo percorso in aula”.
Appello anche per le forze politiche più critiche nei confronti del ddl Zan, “perché il percorso di una legge che impatta sulla vita di milioni di persone non può e non deve concludersi senza che l’aula di Palazzo Madama abbia avuto modi di confrontarsi nel merito dei contenuti. A prescindere dalla posizioni dei singoli partiti sui vari articoli del testo, sarebbe oltremodo indegno che il Parlamento nel 2021 non riuscisse neppure a discutere un testo per la prevenzione e il contrasto della violenza e delle discriminazioni, utilizzando un trucco procedurale per sfuggire al confronto e al dibattito innanzi a tutto il Paese”.