Davide Rebellin, possibile svolta: indagini concentrate su un tir. Cosa è emerso dalle telecamere
Le indagini per risalire all'identità del camionista che ha travolto e ucciso l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin potrebbero essere a una svolta
Potrebbero essere a un punto di svolta le indagini sulla morte di Davide Rebellin, 51 anni, il campione di ciclismo investito e ucciso da un camion nella giornata di mercoledì 30 novembre mentre si trovava in bici nei pressi dello svincolo autostradale di Montebello Vicentino.
- Caccia al camion
- Le parole del fratello di Davide Rebellin
- Quanti ciclisti muoiono in Italia sulle strade
Caccia al camion
Stando a quanto riferito da ‘Ansa’, prosegue senza sosta la caccia al conducente del camion che ha investito e ucciso Davide Rebellin: dopo aver passato al vaglio moltissime immagini delle telecamere di sicurezza della zona (da quelle che si trovano nel parcheggio accanto al luogo della tragedia alle altre dislocate vicino al casello di Montebello della A4, a un chilometro di distanza), i Carabinieri hanno ristretto a meno di una decina il numero degli autoarticolati che in quella finestra oraria (attorno a mezzogiorno) si vedono passare sul luogo dell’incidente. Secondo indiscrezioni, ce ne sarebbe uno in particolare che in alcuni frame, si vede arrestarsi e ripartire subito dopo, in un orario ritenuto compatibile con l’investimento di Rebellin. Intanto la Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo, contro ignoti, per omicidio stradale.
Secondo quanto riferito da ‘OA Sport’, le attenzioni degli investigatori sarebbero concentrate su un tir rosso con la targa tedesca.
Il luogo dell’incidente in cui ha perso la vita Davide Rebellin.
Le parole del fratello di Davide Rebellin
Carlo Rebellin, fratello di Davide Rebellin, ha raccontato al ‘Corriere del Veneto’ come ha saputo dell’incidente: “Mi ha telefonato mio cugino, dicendo che in paese giravano strane voci su un incidente: Davide qui lo conoscono tutti ed evidentemente qualcuno lo aveva notato. Ho provato a telefonargli ma lui non rispondeva. Ero preoccupato, ho chiamato i carabinieri e poi sono corso qui. Quando sono arrivato il corpo era a terra, coperto. Non me lo facevano vedere. C’era, però, la sua bici: anche se è completamente distrutta, l’ho riconosciuta subito”.
Poi Carlo Rebellin ha rivelato: “Mi aveva chiesto di andare con lui ma, per un imprevisto, ho dovuto rinunciare”.
Sull’incidente, il fratello di Davide Rebellin ha aggiunto: “Davide stava pedalando intorno alla rotonda, sul lato della strada. Pare che il camionista l’abbia investito durante la manovra con cui ha lasciato quella rotatoria per entrare nel parcheggio. Visto che com’era ridotto il corpo e il fatto che ha trascinato la bici per decine di metri, francamente trovo difficile pensare che si sia distratto al punto da non accorgersi di aver investito un ciclista. Ci sono le telecamere che potrebbero aver ripreso la scena: spero che i carabinieri trovino il responsabile”.
Quanti ciclisti muoiono in Italia sulle strade
Sono stati 103 i ciclisti che hanno perso la vita sulle strade italiane nei primi 8 mesi dell’anno nell’immediatezza dell’incidente. A questi si debbono aggiungere i decessi avvenuti a distanza di giorni o settimane negli ospedali dopo il ricovero.
I dati sono stati forniti dall’Associazione sostenitori Polstrada (Asaps), dopo la morte in Veneto dell’ex campione Davide Rebellin.