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Daniela Santanchè nuova ministra del Turismo tra le polemiche: la meloniana accusata di conflitto di interessi

È già polemica per la nomina di Daniela Santanchè a ministra del Turismo: le sue attività fanno parte del settore e i Verdi lanciano l'accusa

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Su Twitter si definisce “madre, imprenditore, senatore della Repubblica con Fratelli d’Italia”. Un po’ ricalcando il tormentone della sua leader Giorgia Meloni e usando il maschile. È la nuova ministra del Turismo Daniela Santanchè (al secolo Daniela Garnero, ha conservato il nome del primo marito).

Chi è Daniela Santanchè, nuova ministra del Turismo: la storia politica

Nata a Cuneo nel 1961, è laureata in Scienze politiche all’Università di Torino. Nel 1995 ha iniziato la sua carriera politica tra le fila di Alleanza Nazionale insieme a Ignazio La Russa.

È stata deputata dal 2001 al 2008 e poi dal 2013 al 2018, dunque senatrice dal 2018. Ha militato in Forza Italia e ne La Destra prima di passare a Fratelli d’Italia nel 2017.

Daniela Santanchè nuova ministra del Turismo tra le polemiche: la meloniana accusata di conflitto di interessi
Daniela Santanchè davanti al logo di Fratelli d’Italia.

La carriera da imprenditrice di Daniela Santanchè, dalle PR al Twiga

Contemporaneamente Daniela Santanchè ha portato avanti il suo percorso da imprenditrice nel settore delle pubbliche relazioni e dell’organizzazione di eventi con la società Dani Comunicazione Srl.

Con Flavio Briatore ha aperto il Billionaire in Costa Smeralda, in Sardegna, per poi aprire con l’amico, Marcello Lippi e Paolo Brosio il Twiga Beach Club in Versilia, in Toscana.

Nel 2007 ha anche fondato la concessionaria di pubblicità Visibilia che gestisce la raccolta pubblicitaria de Il Giornale. Nel 2014 è diventata editrice di di Ciak, Villegiardini e PC Professionale e nel 2015 di Novella 2000 e Visto.

Ha anche società che si occupano di alimenti, come Ki Group, e di arredamento, come Unopiù.

Conflitto di interesse per Daniela Santanchè al ministero del Turismo?

Daniela Santanchè è stata scelta da Giorgia Meloni come capo del ministero del Turismo, istituito di nuovo nel 2021 con il governo Draghi e finora guidato dal leghista Massimo Garavaglia.

Ma la sua nomina è stata molto criticata per via delle sue attività imprenditoriali, e c’è già chi parla di conflitto di interessi.

Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, ha dichiarato che è “inaccettabile” che possa sedere al ministero del Turismo “chi ha interessi nel demanio marittimo, un settore che fattura tra i 7 e i 10 miliardi di euro”.

Tutto mentre “con le concessioni demaniali lo Stato incassa solo 100 milioni di euro, con un’evasione erariale di quasi il 50%. Attualmente, infatti, le concessioni demaniali costano tra 1 euro e 1,70 euro al metro quadro all’anno”.

Il Twiga, secondo quanto riportato dal parlamento di AV-SI, pagherebbe “un canone irrisorio di 17 mila euro l’anno mentre, ai consumatori, fa pagare ben 300 euro al giorno per una tenda”.

“Con gli incassi di meno di mezza giornata, il Twiga riesce a pagare il canone che versa allo Stato per la concessione della spiaggia per tutto l’anno”, ha sottolineato Angelo Bonelli.

“A noi pare che quelli di cui la stessa Daniela Santanchè gode siano privilegi inaccettabili. Siamo pronti a opporci duramente“.

Il demanio e le concessioni sono in realtà di competenza degli enti locali e non del ministero del Turismo. Ma il dicastero ha ovviamente influenza sui rinnovi e le norme in materia.

Nuovo governo, Meloni accetta l'incarico: la lista completa dei ministri. Salvini e Tajani vicepremier Fonte foto: ANSA
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