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D’Alema sul Qatargate: "Indecenza. Stimavo Panzeri e Cozzolino. E io non sono né un'affarista né un lobbista"

L'ex presidente del Consiglio si è pronunciato sullo scandalo che ha travolto il Parlamento Europeo

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Massimo D’Alema condanna il Qatargate, ma al contempo invita a non “demolire una storia e una classe dirigente”. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex premier ha lodato poi l’intransigenza mostrata da Roberto Speranza e dai vertici del Pd sullo scandalo che sta travolgendo il Parlamento Europeo.

D’Alema: “Ho stimato Panzeri e Cozzolino”

Le persone coinvolte nel Qatargate “hanno una storia tale per cui non si può che rimanere colpiti e addolorati. Condivido l’intransigenza di Roberto Speranza e del Pd. Non trovo però accettabile che si prenda questa vicenda e la si usi come una clava per demolire una storia e una classe dirigente, facendo confusione tra cose che sono totalmente non assimilabili tra loro”.

Panzeri e Cozzolino, ha aggiunto D’Alema, “sono persone che conosco da anni e che ho stimato. Nel caso di Panzeri parliamo dell’ex segretario della Camera del Lavoro di Milano. Una figura con una storia sindacale importante alle spalle, non certo l’assistente di D’Alema”. Da notare come l’ex premier abbia usato il termine stimato coniugandolo al passato (“ho stimato”) e non al presente.

D'Alema e il QatargateFonte foto: ANSA

“Scandalo Qatargate, un’indecenza”

Circa lo scandalo delle tangenti, D’Alema ha dichiarato: “Non avrei mai potuto sospettare una cosa del genere e infatti la trovo un’indecenza, che merita una risposta ferma in difesa del Parlamento europeo. Devo dire che ho molti dubbi sul fatto che questo tipo di pressioni abbia impedito all’Europa di prendere le sue decisioni”. Comunque sia, “anche soltanto il tentativo di condizionare le istituzioni attraverso un’opera corruttiva è inaccettabile”.

D’Alema ha poi detto di trovare azzeccato il ragionamento del vicesegretario del Pd Provenzano che ha spiegato di essere contrario alle porte girevoli tra politica e attività imprenditoriale.

“Io non faccio né l’affarista né il lobbista”

“Io però – ha sottolineato l’ex presidente del Consiglio parlando della sua situazione – non faccio né l’affarista né il lobbista. Da diversi anni ho un’attività di consulenza prima di avviare la quale, è agli atti, ho scritto al segretario Speranza una lettera di dimissioni dagli organismi dirigenti di Articolo 1.

“Non ci sono nel mio caso porte girevoli; ma diverse stagioni nella vita che devono essere scandite da un rigido principio di incompatibilità. Io le ho scandite”, ha sottolineato. D’Alema ha infine dichiarato di “leggere certe menzogne” su di lui: “Infatti mi sono rivolto agli avvocati per discutere della questione nelle sedi preposte”.

“È falso, tanto per dirne una che io abbia fatto da mediatore nella vendita di armi o che abbia truffato il governo italiano con ventilatori difettosi”, ha assicurato.

massimo-d-alema-intervista Fonte foto: ANSA
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