Crollo del ponte a Baltimora causato da una nave, stop alle ricerche: i 6 dispersi potrebbero essere morti
Non si cercano più i dispersi del crollo del ponte di Baltimora come vivi, troppe ore nelle acque fredde del fiume: "Sono probabilmente morti"
Il capo della Guardia Costiera di Baltimora, l’ammiraglio Shannon Gilreath, ha annunciato la sospensione delle ricerche con i sommozzatori. Secondo lui, data la temperatura dell’acqua e il tempo trascorso dal crollo del ponte dopo l’impatto tra la nave e il pilone, “non crediamo che riusciremo a trovare nessuno dei sei dispersi ancora vivo“.
- Sospensione ricerca dei dispersi
- Da salvataggio a ricerca e recupero dei possibili morti
- Gli ultimi aggiornamenti sul crollo del ponte a Baltimora dopo l'impatto nave-pilone
Sospensione ricerca dei dispersi
Da martedì sera le autorità del Maryland hanno sospeso la missione di ricerca e salvataggio dei dispersi in seguito all’incidente del crollo del ponte di Baltimora. Si presume che tutti gli operai assenti all’appello, caduti nel fiume, siano ormai morti.
Shannon Gilreath, l’ammiraglio a capo della Guardia Costiera locale, ha annunciato ai giornalisti che, in base al tempo impiegato nella ricerca e alla temperatura dell’acqua del fiume, “non crediamo che troveremo vivo nessuno di questi (sei individui scomparsi, ndr)”.
Non si cercano più i dispersi come vivi, troppe ore nelle acque fredde del fiume: “Sono probabilmente morti”
Da salvataggio a ricerca e recupero dei possibili morti
Da ieri sera quindi la missione di salvataggio ha cambiato impostazione ed è diventata una missione di ricerca e recupero dei corpi. Nella mattina di mercoledì (ora statunitense) torneranno in acqua i subacquei.
Continuare nella fredda notte non era possibile. Infatti le condizioni erano state definite troppo pericolose. Al momento nessun corpo è stato ancora recuperato dal fiume. Tutti gli scomparsi erano dipendenti della Brawner Builders.
Gli ultimi aggiornamenti sul crollo del ponte a Baltimora dopo l’impatto nave-pilone
Il governatore del Maryland Wes Moore ha detto che un’indagine preliminare ha già indicato il crollo come un incidente. Il Key Bridge era in regola al momento del crollo, per questo si configura come atto non colposo.
La conferma arriverebbe da un professore di ingegneria dei ponti, Dan Frangopol. Infatti è vero che in passato era stato accusato il ponte di non essere in grado di sostenere il moderno flusso del traffico, ma secondo l’esperto anche un ponte nuovo sarebbe crollato sotto la spinta di una nave così grande e che viaggiava ad alta velocità.