Salvini cita frase choc sui senatori a vita: bufera in Aula
L'intervento del leader della Lega Matteo Salvini in Senato prima della votazione sulla fiducia al governo Conte Bis
Anche il leader della Lega Matteo Salvini, in qualità di senatore, è intervenuto in Senato nel giorno della votazione sulla fiducia al governo Conte Bis. Queste le parole dell’ex ministro dell’Interno, che hanno fatto seguito al botta e risposta tra Conte e Renzi avvenuto poco prima: “Qui c’è chi teme di perdere la poltrona, fuori gli italiani temono di perdere il lavoro”.
Ancora Salvini: “Mettere in discussione un governo che ha fallito su tutto non è un diritto ma un dovere di ogni cittadino”.
E poi: “Una volta quelli che cambiavano casacca venivano chiamati volgari poltronari. Qualcuno è anche andato a processo per una presunta compravendita di senatori”.
Salvini ha poi detto: “Non serve inventare nuove definizioni. Non state cercando dei responsabili o dei costruttori, ma dei complici“.
Nel corso del suo intervento, il leader della Lega ha affermato: “Non prendiamo lezioni di tutela dei diritti umani da chi mette sullo stesso piano gli Usa e la Cina”.
Sull’Europa, Salvini ha dichiarato: “Se l’Europa ci chiede sacrifici che pesano sul lavoro e sulle pensioni degli italiani, noi dobbiamo poter dire no”.
Il leader della Lega ne ha avute anche per Matteo Renzi: “Noi di poltrone non ne abbiamo mollate due, lo ricordo al collega Renzi, ma sette e senza rimpianti”.
Ancora Salvini: “Vedo tanto nervosismo intorno a me: eravate convinti di portare a casa la poltrona. Ora invece vi vedo che siete meno convinti”.
Salvini e la frase choc sui senatori a vita
Durante il suo intervento, Salvini ha poi detto: “Ricordo ai senatori a vita che si apprestano a votare la fiducia, cosa diceva il leader dei 5 Stelle Beppe Grillo di loro: ‘Non muoiono mai o muoiono troppo tardi'”.
La citazione di Matteo Salvini ha scatenato le proteste della maggioranza e le rimostranze della presidente Casellati.
L’ex ministro dell’Interno ha poi chiosato: “Ai senatori a vita, che legittimamente vengono a votare, dico: che coraggio che avete…”.