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Crisi di governo: Draghi incontra Mattarella, poi annuncia le dimissioni. Cosa può succedere ora

Il Senato ha approvato la fiducia al Dl Aiuti nonostante la decisione del Movimento 5 Stelle di uscire dall'aula, ma la crisi di governo non è chiusa

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato: Aggiornato:

Il Senato della Repubblica ha approvato la fiducia al Dl Aiuti con 172 sì e 39 no. Immediatamente dopo il voto, avvenuto nel primo pomeriggio di giovedì, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi diretto al Quirinale, dove ha incontrato Mattarella per circa un’ora (poi è rientrato a Palazzo Chigi). Dopo l’incontro, il Quirinale ha fatto sapere tramite una nota, riportata da ‘La7’, che nessuna decisione è stata presa.

Ma dal Consiglio dei Ministri, originariamente previsto alle 15,30 e poi posticipato alle 18,15, il presidente Mario Draghi ha annunciato di aver deciso di rassegnare le proprie dimissioni.

La decisione del Movimento 5 Stelle

A ufficializzare (e spiegare) la decisione del Movimento 5 Stelle di uscire dall’aula durante la votazione sul Dl Aiuti è stata la capogruppo M5S al Senato Mariolina Castellone. Le sue parole: “Non partecipiamo al voto su questo provvedimento. Non ne condividiamo né parte del merito né il metodo”. Durante il suo discorso, Mariolina Castellone ha rivendicato gli obiettivi raggiunti grazie al Movimento 5 Stelle e lamentato che i provvedimenti pentastellati sono stati sottoposti a un processo di smantellamento. L’intervento della senatrice è stato seguito da urla e applausi.

Crisi di governo: passa la fiducia al Senato, Draghi al Quirinale. Cosa può succedere oraFonte foto: ANSA
Il discorso di Mariolina Castellone in Senato.

Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, uscendo dalla sua abitazione dopo la votazione, ha dichiarato: “Se si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c’entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità”.

Ancora Conte: “Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che ora è esplosa. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti”.

Cosa significa la mossa del Movimento 5 Stelle per il futuro del governo

Tecnicamente il gesto dei senatori del Movimento 5 Stelle non significa una bocciatura del provvedimento. Il Dl Aiuti, infatti, è passato ugualmente. Rimane, però, lo “strappo” politico. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, non a caso, si è diretto al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Tra le ipotesi che trapelano da fonti del Quirinale, come riporta il ‘Corriere della Sera’, c’è quella di un rinvio alle Camere del governo per una nuova fiducia. Si tratterebbe di un modo per fare sì che i partiti si assumano le loro responsabilità.

Il leghista Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, ha detto: “Governo finito? Beh, ci sono sempre i tempi supplementari…”.

Il post social e il “caso” Dadone

In piena crisi di governo, intanto, sta facendo discutere un fotomontaggio che ritrae la ministra Fabiana Dadone, in quota M5S, nei panni della contestatrice che, nel 2015, saltò sulla scrivania della conferenza stampa del direttivo dell’Eurotower lanciando coriandoli e fogli a Mario Draghi (allora presidente della Bce) al grido di “Fine alla dittatura”.

A pubblicarlo sui social è stato il compagno della responsabile delle politiche giovanili, Ergys Haxhiu, che ha scritto: “Consiglio dei ministri come lo immagino io”.

La posizione di Draghi e il possibile successore

Nella conferenza stampa del 12 luglio, Mario Draghi aveva chiuso la porta a un suo governo bis. L’attuale presidente del Consiglio, alla domanda “Se il Movimento 5 Stelle non votasse la fiducia, lei sarebbe pronto a ripresentarsi in Aula per verificare la sussistenza della maggioranza?”, aveva replicato che “a) la domanda va posta al presidente della Repubblica; b) non c’è un governo senza M5S; c) non c’è un altro governo Draghi diverso da quello attuale”.

Intanto, secondo quanto riportato da ‘La Repubblica’, che ha citato una fonte autorevole del Movimento 5 Stelle rimasta anonima, Massimo D’Alema avrebbe sondato il terreno con M5S e Lega per verificare il loro eventuale sostegno a un nuovo governo guidato da Giuliano Amato, in veste di “traghettatore” fino alle elezioni. D’Alema ha smentito questo retroscena.

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