Crisi di governo, Mattarella convoca Mario Draghi: chi è
Chi è l'ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, su cui Mattarella sta facendo affidamento per formare un governo istituzionale
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato al Quirinale Mario Draghi per tentare la strada del governo istituzionale sostenuto da diverse forze politiche in una larga maggioranza. Noto per essere l’ex presidente della Bce, Draghi è da tempo considerato una cosiddetta riserva della Repubblica per il posto a Palazzo Chigi, nonostante il Quirinale abbia smentito di aver avuto contatti con lui durante la prima fase delle consultazioni. Soprattutto è visto dalla politica internazionale come profilo di alta affidabilità.
Crisi di governo, Mattarella convoca Mario Draghi: la sua storia
Nato a Roma il 3 settembre 1947, come ricorda il Corriere della Sera, si laurea all’università La Sapienza di Roma nel 1970, con relatore l’economista Federico Caffè, per poi ottenere un dottorato in Economia al MIT, il Massachusetts Institute of Techonology.
Dopo essere stato accademico all’Università di Trento, di Padova e di Venezia, tra il 1984 e il 1990 è Direttore esecutivo della Banca Mondiale e, dal 1991 al 2001, diventa Direttore generale del ministero del Tesoro, ai tempi di Carlo Azeglio Ciampi ministro dell’Economia.
Dopo un breve periodo a Goldman Sachs ricopre la posizione di governatore della Banca d’Italia, ruolo che gli avrebbe poi aperto le porte del Financial Stability Board e nella Bce come membro del consiglio. Banca centrale europea della quale, nel 2011, diventa il terzo presidente.
Al momento del suo insediamento l’economia mondiale è in dissesto, alle prese con le conseguenze della Grande crisi finanziaria iniziata nel settembre del 2008 con il fallimento della banca statunitense Lehman Brothers. Circostanze che caratterizzeranno gli otto anni del suo mandato alla guida della Banca centrale europea.
Crisi di governo, Mattarella convoca Mario Draghi: “Whatever it takes”
Celebre rimarrà la frase che il 26 luglio del 2012 pronunciò alla UKTI’s Global Investment Conference di Londra, nei panni di presidente della Bce e che calmò i mercati proteggendo l’euro dagli attacchi speculativi. In quell’occasione, Draghi sostenne infatti che la Banca centrale europea era pronta a fare “whatever it takes”,”qualunque cosa serva”, per salvare la moneta unica.
Dal 2014 in poi sosterrà con la Bce una politica monetaria contraddistinta da tassi negativi e dal “quantitative easing”, il programma di acquisto di obbligazioni per un totale di 2,6 miliardi di euro, dal 2015 al 2018.
Come ricorda Ansa, lo scorso dicembre Mario Draghi disse così a proposito della crisi dovuta alla pandemia che l’Italia si trova ad affrontare: “La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu”.
“Se saranno sprecate” avvisò in merito alla stesura del Recovery plan “il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita”.