Crisi di governo, la decisione di Mattarella: convocato Draghi
Il Capo dello Stato ha convocato Mario Draghi per creare un governo istituzionale, motivando la sua scelta nel dettaglio
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di prendere il controllo della crisi di governo: domani alle 12 sarà convocato al Quirinale l’ex presidente della Bce Mario Draghi. Lo riporta l’Ansa. L’intenzione del Capo dello Stato è quella di costituire un governo istituzionale “di alto profilo” come ha comunicato al termine dell’incontro con il presidente della Camera Roberto Fico, nel quale ha preso atto dell’impossibilità di ricucire gli strappi tra i partiti dell’ormai ex maggioranza.
“Avverto il dovere di rivolgere un appello alle forze politiche per individuare un governo di alto profilo” ha dichiarato Mattarella al Paese, per “conferire al più presto l’incarico per formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili“. Dopo aver constatato il nulla di fatto sul mandato esplorativo nel colloquio con Roberto Fico, il Presidente della Repubblica non ha perso tempo nel prendere la decisione di virare su un governo istituzionale, che possa raccogliere forze politiche diverse in un’ampia maggioranza.
La scelta di Mattarella è arrivata dopo aver escluso, per ora, l’altra opzione rimasta, quella di un ritorno alle elezioni. “Dalle consultazioni al Quirinale era emersa come unica possibilità di governo a base politica quella della maggioranza che sosteneva il governo precedente – ha premesso Mattarella, riportato dal Corriere della Sera. La verifica della sua concreta realizzazione ha dato esito negativo. Vi sono adesso due strade tra loro alternative: dare immediatamente vita ad un nuovo governo adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti: sanitaria, sociale, economica, finanziaria ovvero quella di immediate elezioni anticipate”.
“Questa seconda strada va attentamente considerata perché le elezioni rappresentano un esercizio di democrazia. Di fronte a questa ipotesi ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze che oggi devono fare riflettere sull’opportunità di questa soluzione” ha continuato Mattarella.
Il Capo dello Stato ha motivato la sua decisione evidenziando come la crisi sanitaria ed economica “richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l’attività ridotta al minimo”, in particolar modo in vista della presentazione del Recovery Plan italiano in aprile alla Commissione europea, dell’entrata del vivo della campagna vaccinale e tra le urgenze la scadenza a fine marzo del blocco dei licenziamenti.
“Va ricordato che dal giorno in cui si sciolgono le Camere, a quello delle elezioni, sono necessari almeno 60 giorni. Successivamente ne occorrono poco meno di 20 per proclamare gli eletti e riunire le Camere. Queste devono nei successivi giorni nominare i propri organi di presidenza. Occorre quindi formare il Governo e questo per operare a pieno ritmo deve ottenere la fiducia di entrambe le Camere” ha detto ancora nel suo discorso.
“Deve inoltre organizzare i propri uffici di collaborazione nei vari ministeri. Dallo scioglimento delle Camere nel 2013 sono trascorsi quattro mesi, nel 2018 sono trascorsi cinque mesi. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un Governo senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi per la lotta alla pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi problemi sociali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte concrete e rapide ai loro problemi quotidiani”, ha spiegato Mattarella.
“Va ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e presentare le candidature. Inoltre, la successiva campagna elettorale richiede inevitabilmente tanti incontri affollati, assemblee, comizi. Il ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti” ha aggiunto il Capo dello Stato facendo presente come negli altri Paesi nei quali si sono svolte le elezioni, alla scadenza dei mandati dei rispetti parlamenti o presidenti, ci sia stato un aumento dei contagi da coronavirus.