Crisi di governo, per Conte si fa dura: emergono nuovi ostacoli
La nascita del Conte-ter subisce una battuta d'arresto: l'Udc si sfila, il tempo stringe e il premier teme di non avere i numeri per continuare
La nascita di un governo Conte-ter si fa sempre più dura, ora dopo ora. Se dopo lo strappo di Matteo Renzi sembrava che non si sarebbe dovuto faticare troppo per trovare i cosiddetti ‘responsabili‘ per dare vita a un nuovo esecutivo con a capo il premier attuale, al momento la situazione si è fatta complicata. Come spiega l’AdnKronos, a mettere in crisi i piani di Conte è stata la porta chiusa dell’Udc, che ha fatto sapere di avere la volontà di restare nel centrodestra e non diventare la quarta gamba del governo.
Fonti che sono in prima linea nelle trattative, i ‘pontieri’, riferiscono che una delle fronde dei ‘responsabili’ avrebbe messo un paletto per sostenere un nuovo governo: le dimissioni del presidente del Consiglio e la conseguente messa a punto di una inedita squadra all’esecutivo.
Un cambio di scenario che si è sviluppato in queste convulse ore. Infatti ieri a Palazzo Chigi sembrava fatta e c’era grande positività circa il consenso a un Conte-ter. Tutto sembrava filare liscio: dimissioni di Conte lunedì, consultazioni lampo da Matterella e nascita del Conte-ter, appunto. Lo sfilamento di Udc odierno ha mandato tutto all’aria e adesso c’è da partorire una nuova formula. E non è detto che la si trovi, perché senza numeri, non c’è formula che tenga.
Crisi di governo: la nota dell’Udc
“Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos! Gli italiani sono stanchi e stremati. Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra. Continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in vendita”. Così in una nota diffusa dall’ufficio stampa nazionale Udc.
Renzi: “Non hanno i numeri, stiamo uniti”
“Non hanno i numeri, stiamo uniti”. Questa la valutazione che avrebbe fatto Renzi, come spiega sempre l’AdnKronos, durante la riunione dei parlamentari di Italia Viva.
“Domani facciamo il punto su come comportarci. Sono molto fiero di come stiamo lavorando – avrebbe detto Renzi-. Noi siamo sui contenuti e ogni giorno che passa diventa più chiaro che la verità vince sulle veline del Palazzo. Al Senato i 18 senatori saranno decisivi visto che la maggioranza al momento e tra 150 e 152. Non rispondiamo alle provocazioni e lavoriamo sui contenuti”.
Pd, Serracchiani: “Serve patto di legislatura”
Debora Serracchiani, in quota Pd, si è espressa così sulla crisi: “Siamo preoccupati per il Paese perché aprire una crisi al buio, come ha fatto Matteo Renzi con il suo partito, è incomprensibile per gli italiani e per tutti. Quindi, nell’interesse del Paese cerchiamo una maggioranza politica che raggiunga gli obiettivi che ci siamo dati in Europa. Ci serve un patto di legislatura e una maggioranza politica che si impegni ad utilizzare al meglio i fondi del Recovery e a mantenere quella credibilità che abbiamo conquistato in Europa”.
Responsabili, De Bonis del Maie: “Non ci si può fermare per capricci di qualche forza politica”
Intervistato a Radionorba, il senatore lucano Saverio De Bonis, ex-M5S ora nel Maie, è pronto per dare il proprio sostegno al governo: “Non possiamo lasciare il Paese in questa situazione di incertezza, né fermare l’attività parlamentare per il capriccio di qualche forza politica. Ce lo chiedono l’Europa, il Vaticano e tutte le istituzioni internazionali”.
E ancora: “Ci sono altri colleghi di Puglia e Basilicata che daranno una mano e si sta costituendo un gruppo. Il senatore Buccarella (ex M5S) è entrato ieri sera e altri colleghi anche di altre forze politiche stanno valutando, ma per correttezza non faccio nomi”.
De Bonis si avventura anche in una previsione: “Io credo che lunedì alla Camera e martedì al Senato il governo supererà lo scoglio. Poi ci sarà una crisi lampo e il presidente Conte dovrà riformulare la squadra di Governo, ma dobbiamo essere abbastanza celeri perché gli italiani non hanno capito questa crisi perché c’è stato solo un gioco al rialzo di Renzi e una sua abilità comunicativa nel depistare le vere ragioni della crisi”.
M5s, spaccatura: “Chiudere con Renzi o no?”
“Il M5s è compatto attorno a Conte”. Questa la linea ufficiale dei grillini. Il Corriere della Sera, però, racconta un’altra versione in riferimento all’universo pentastellato, spiegando che qualcuno all’interno del Movimento ha chiesto di ritirare il veto su Renzi dopo che la ‘missione Mastella’ a caccia dei responsabili non ha dato i risultati sperati. La preoccupazione sarebbe tale che i messaggi più ‘soft’ avrebbeto avuto un tono simile: “Meglio Mastella o Renzi?”.
Qualcuno ragiona sul fatto che chiudere ogni porta al leader di Iv in questo momento di totale incertezza sarebbe azzardato in quanto potrebbe succedere di tutto, anche tornare a discutere al tavolo con lo stesso Renzi in un futuro non troppo lontano.
Così non sarebbero mancati i suggerimenti di qualche pentastellato a un ritorno al dialogo con il senatore toscano. Crimi e Bonafede avrebbero però ribattuto in questi termini: “Come ci possiamo fidare di uno come Renzi che ha ritirato i ministri nel pieno di una pandemia aprendo di fatto la crisi?”.