Crisanti a "Le Iene": "I test pungidito non servono a nulla"
L'esperto Andrea Crisanti ha spiegato perché secondo lui i test pungidito per il coronavirus "non servono a niente"
In un servizio andato in onda a ‘Le Iene’ nella puntata di giovedì 15 ottobre, Giulio Golia, recentemente risultato positivo al coronavirus, ha sperimentato alcuni test pungidito. In quarantena a casa, si è sottoposto a 6 test ed è risultato negativo a 5 pungidito su 6. Solo uno ha confermato la sua positività emersa dal tampone. Non solo: anche il test sierologico con prelievo è risultato negativo.
Andrea Crisanti, interpellato dalla trasmissione, ha spiegato così il decorso della malattia e i risultati dell’esperimento a cui si è sottoposto Giulio Golia: “All’inizio della malattia saremmo positivi al tampone ma ancora negativi agli anticorpi, perché non abbiamo ancora fatto in tempo a farli. Dopo una settimana-10 giorni, magari ancora non abbiamo eliminato il virus e siamo positivi sia al virus che a gli anticorpi. Passano altri 10-15 giorni, siamo guariti e siamo negativi al virus e positivi agli anticorpi”.
L’esperto ha spiegato: “C’è un periodo finestra in cui lei è infetto, ma non ha ancora prodotto anticorpi”.
Secondo Crisanti, il motivo per cui Golia è risultato positivo a un solo test pungidito è riconducibile al fatto che quel test, rispetto agli altri che hanno dato negativo, “era più sensibile”.
Ancora Crisanti: “Non tutti i test sono uguali e non si può dare l’autorizzazione a tutti. Bisogna che le autorità verifichino che vengano utilizzati test con la sensibilità giusta. E questo vale anche per i tamponi”.
Poi l’affondo dell’esperto: “I test pungidito non servono a nulla. L’ho detto 100 volte. Perché uno può essere negativo al pungidito e positivo al tampone perché si è appena infettato e può essere positivo al pungidito e negativo al tampone”
Crisanti ha affermato: “È un delirio tutta la mala informazione che c’è e il fatto che non sono state date direttive chiare. Chiaramente le aziende hanno degli interessi e quindi aumenta la confusione”.
Crisanti, che nelle ore precedenti alla messa in onda del servizio aveva già chiarito la “battuta” sul “lockdown a Natale”, ha condiviso con “Le Iene” la sua previsione per l’inverno: “I casi aumenteranno e si farà tutto il possibile per non chiudere le scuole e continuare le attività produttive, probabilmente fino a Natale. E ciò sicuramente metterà alla prova tutti quanti, noi, le Istituzioni, il Servizio Sanitario”.