Crisanti contro il Cts e scettico sul Green pass: "La normalità pre-Covid è lontana"

Nonostante i vaccini, dopo 18 mesi di pandemia, la normalità è ancora lontana. Lo sostiene il virologo Andrea Crisanti che, come fatto sin dai primi giorni della circolazione del coronavirus nel nostro Paese, continua a mettere tutti in guardia e ancora una volta si mostra fortemente critico verso la gestione dell’emergenza sanitaria da parte delle istituzioni. In un’intervista al Corriere della Sera, il professore di microbiologia esprime il suo giudizio netto nei confronti del Cts e ribadisce la sua contrarietà sull’affidamento totale al Green pass come misura di contenimento dell’epidemia.

Crisanti contro il Cts e scettico sul Green pass: “Ansia di tornare alla normalità è un errore”

Per il direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova la fretta di tornare alla normalità precedente alla pandemia è l’approccio sbagliato e “il sistema scientifico istituzionale si ostina a ripetere gli stessi errori“.

“L’errore è proprio l’ansia di volersi mettere gli episodi pandemici alle spalle per tornare il prima possibile alla situazione pre-Covid. Lo capisco perfettamente, ma non è l’atteggiamento giusto” afferma il professore.

“A giugno dell’anno scorso si sono tutti illusi – io no – che l’emergenza fosse finita e che la pandemia fosse in via di superamento. Ci si è illusi che i vaccini avrebbero risolto il problema e non si è fatto nient’altro. Questo è il vero problema, è stato un alibi per non prendere altre misure. I vaccini sicuramente aiutano, ma pensare che risolvano tutto non va bene” è il punto di vista del virologo.

Crisanti contro il Cts e scettico sul Green pass: i tre fattori per tornare alla normalità

Puntare tutto sul certificato verde anti-Covid, come il governo ha fatto anche nell’ultimo decreto, per il professore è la strategia sbagliata perché diffonderebbe un senso di protezione contro il virus che i vaccini da soli non possono garantire, mentre “l’impatto del green pass come misura di sanità pubblica è nullo” sostiene ancora Crisanti.

“La normalizzazione dipende da tre fattori – illustra il professore facendo il punto della situazione. Primo, dal numero di persone protette, e non intendo per forza vaccinate, ma anche guarite. Secondo, dalle misure aggiuntive messe in campo oltre il vaccino. Infine, dall’insorgenza di varianti in grado di neutralizzare il vaccino. In questo momento noi abbiamo fatto affidamento solo sul vaccino, che ha una durata di protezione bassa, e per di più sono emerse varianti nuove.”

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Crisanti contro il Cts e scettico sul Green pass: l’impatto di Omicron

“Il ritardo dell’Italia nei contagi, rispetto al resto d’Europa, è dovuto al fatto che, avendo vaccinato poco e male all’inizio, e con più velocità nella seconda parte dell’anno, è rimasta più a lungo coperta” ha spiegato il virologo.

“Far affidamento sul green pass ha portato un effetto positivo e due negativi – ha evidenziato. Da una parte è stato un incentivo per le persone a vaccinarsi. Ma dall’altro lato ha portato i vaccinati a farci affidamento come se fosse una misura di sanità pubblica, e a sentirsi sempre protetti, e ha provocato un altro elemento collaterale estremamente negativo, ossia la corsa ai tamponi rapidi, che sono un autentico disastro. I due effetti negativi hanno abbondantemente superato quello positivo” è il bilancio di Crisanti.

Alla luce della sua analisi il virologo avverte di non sottovalutare l’impatto sulle ospedalizzazioni di Omicron perché “una variante che contagia 2-3 volte di più, anche se è meno aggressiva, alla fine in numeri assoluti non cambia nulla” e non esclude a priori il ricorso alle chiusure dopo le Feste di Natale in quanto “non si può pensare di avere scuole aperte, ristoranti aperti e pensare che il virus non si trasmette”.

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