Cranio Randagio, la sentenza per la morte del rapper di X Factor: condannati due amici. Lo sfogo della madre
La sentenza nel processo sulla morte di Cranio Randagio, divenuto popolare con la partecipazione a X Factor, ha portato a 2 condanne e un'assoluzione
Due condanne e un’assoluzione nel processo sulla morte di Vittorio Bos Andrei, in arte Cranio Randagio, rapper diventato famoso al grande pubblico per la sua partecipazione a X Factor 9 e scomparso la notte tra l’11 e il 12 novembre del 2006 dopo una festa con amici a causa di un cocktail letale di droghe.
La sentenza nel processo sulla morte di Cranio Randagio
La giudice Sabrina Lorenzo ha stabilito una pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione per Jaime Garcia De Vincentiis e Pierfrancesco Bonolis, accusati di favoreggiamento.
Francesco Manente, che era invece accusato di essere il fornitore della droga e per questo chiamato a rispondere di detenzione di droga e morte come conseguenza di un altro delitto nel processo sulla morte di Cranio Randagio, è stato invece assolto “per non aver commesso il fatto”.
Cranio Randagio, nome d’arte di Vittorio Bos Andrei.
La requisitoria del pm
Nel corso della sua requisitoria il pm Giovanni Nostro aveva richiesto l’assoluzione di Francesco Manente e due condanne a 3 anni per favoreggiamento. Le sue parole in aula riportate da ‘La Repubblica’: “Non c’era sostanza che mancasse quella sera, sicuramente tutti hanno consumato stupefacenti. Dall’autopsia sono emerse tracce di una decina di sostanze diverse. Il dato è che Vittorio è entrato vivo in quella casa e ne è uscito morto e questi ragazzi hanno scaricato tutto su di lui, dicendo che le sostanze le aveva portate tutte lui”.
Durante le udienze erano stati ascoltati diversi testimoni che erano passati dall’appartamento nelle ore precedenti alla morte del cantante. Un giovane aveva detto: “Vittorio l’ho conosciuto la sera della festa. C’era musica, girava qualche spinello, ho visto Vittorio inalare una sostanza bianca. A un certo punto ho deciso di andarmene, il giorno dopo dovevo lavorare, ho pensato anche che la festa poteva prendere una brutta piega”.
Un altro giovane aveva detto in aula: “La sera della festa ho visto solo la cannabis. Mi passarono una ‘canna’ già accesa, ma non ho visto altre sostanze”.
Lo sfogo della madre di Cranio Randagio
La madre di Vittorio Bos Andrei (in arte Cranio Randagio) Carlotta Mattiello, subito dopo la lettura della sentenza, si è sfogata così: “Molti sono colpevoli della morte di mio figlio, compreso lo stesso Vittorio, ma che vergogna per quegli amici che hanno fatto finta di niente fino all’ultimo giorno e non si sono mai presi nessuna reponsabilità”.