Covid, sentenza su autocertificazione falsa: "Dpcm illegittimo"

“Il Dpcm dell’8 marzo di un anno fa è illegittimo” lo ha stabilito una sentenza emessa dal giudice di Reggio Emilia, come riportato da Tgcom24 che proscioglie una coppia dall’accusa di aver presentato una falsa autocertificazione e che adesso potrebbe fare giurisprudenza. Il pubblico ministero non ha presentato ricorso entro la scadenza dei termini e il verdetto è diventato così definitivo.

La vicenda risale al 13 marzo di un anno fa quando una coppia fu fermata dai carabinieri in pieno lockdown a Correggio, in Emilia-Romagna. La donna dichiarò nell’autocertificazione “di essere andata a sottoporsi ad esami clinici” e l’uomo “di averla accompagnata”.

Una motivazione prevista tra i casi di legittima necessità di spostamento per comprovate ragioni di salute, ma dai successivi controlli le forze dell’ordine appurarono che invece “la donna quel giorno non era stata in alcun ospedale“.

Il sostituto procuratore chiese allora un decreto di condanna penale con l’accusa di falso ideologico, in violazione del primo Dpcm varato dal governo Conte.

Ma con la sentenza del 27 gennaio scorso il gip del tribunale di Reggio Emilia ha stabilito che “il fatto non costituisce reato” e che quello commesso dalla coppia è “falso inutile”. “Poiché – ha scritto il giudice nelle motivazioni – proprio in forza di tale decreto, ciascun imputato è stato costretto a sottoscrivere un’autocertificazione incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese.”

“Nel nostro ordinamento giuridico, l’obbligo di permanenza domiciliare consiste in una sanzione penale restrittiva della libertà personale che viene irrogata dal giudice penale per alcuni reati all’esito del giudizio” si legge ancora.

Trascorsi 15 giorni dall’emissione della sentenza, lo scorso 4 febbraio, il pm non ha presentato opposizione in appello, e il caso potrebbe costituire adesso un precedente, anche se di merito e non di Cassazione.

Fonte foto: ANSA