Covid, "persi gli effetti del lockdown". L'allarme di Sanguinetti
Per Maurizio Sanguinetti, gli effetti benefici del lockdown sono stati vanificati. Ma non sarà possibile ricorrere a un'altra misura così drastica
Gli effetti della seconda ondata di coronavirus sono ormai lampanti in Italia. L’ultimo bollettino ha evidenziato un incremento di oltre 7mila contagi, il numero più alto mai registrato. Gli esperti si interrogano sugli scenari che si prospettano adesso, mentre Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di scienze di laboratorio e infettivologiche del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, ha evidenziato gli errori che hanno portato all’attuale situazione.
Covid, gli errori della fase 3
Al Messaggero, Sanguinetti ha affermato: “Si sarebbero dovute seguire con più attenzione le norme. Parliamo di regole che non sono repressive, dal punto di vista delle libertà personali, ma sono di buon senso. Non c’è assolutamente la volontà di oppressione. Purtroppo dobbiamo farlo perché non ci si è controllati quando era al momento”.
L’esperto ha quindi fatto un punto della situazione: “I numeri sono preoccupanti e probabilmente continueranno a salire, comunque non diminuiranno, per un periodo non breve. Il problema è proprio questo: i malati sono in numero crescente e nulla lascia presagire che la situazione migliori in breve tempo. Non sappiamo quando arriverà il punto di non ritorno, per questo servono misure per evitare che ci si arrivi“.
Anche Sanguinetti ha ribadito l’importanza delle precauzioni, suggerendo che bisogna “ridurre occasioni di contagio il più possibile, ma non si tratta certo di clausura. Mi sembra che qui si vada dal terrore all’assoluta negazione dell’evidenza“.
Sanguinetti: “Il lockdown era un’arma a colpo singolo”
Quanto a presunte mutazioni del virus, Sanguinetti ha escluso questa possibilità: “Il virus non è più buono di prima, non è cambiato. Direi che è cambiato l’approccio alla malattia. Il virus circola in modo energico, non siamo arrivati al contagio zero come la Cina. Serve un’attenzione costante”.
Per l’esperto, i comportamenti successivi alle riaperture hanno comportato una perdita degli “effetti benefici del lockdown. Ma sappiamo bene che era un’arma a un colpo singolo“.
Con questa espressione, Sanguinetti ha voluto sottolineare che ricorrere al lockdown è una misura restrittiva utilizzabile “una sola volta, ma non la abbiamo usata bene perché poi, nei mesi a venire, ci siamo crogiolati sugli effetti positivi. E ne abbiamo perso gli obiettivi raggiunti. Ora dobbiamo ricominciare ma non possiamo avere un altro lockdown”.
Nei mesi scorsi, Sanguinetti aveva insistito molto sull’importanza delle misure precauzionali, come la mascherina, per “non ricreare le condizioni che ci hanno portato al lockdown“.
Invece di un lockdown nazionale, probabilmente, si dovrà ricorrere a dei lockdown localizzati. Il premier Conte non ha escluso l’ipotesi di chiusure regionali.